Situata nel cuore di Barletta, la Chiesa di Sant'Andrea, conosciuta localmente come Chiesa di Sant'Andrea, rappresenta un testimone della ricca storia e architettura della città. Questo affascinante edificio, posizionato sopra il livello stradale, invita i visitatori a salire la sua maestosa scalinata per entrare in un mondo dove passato e presente si intrecciano magnificamente.
Le origini di Sant'Andrea sono avvolte nel mistero e nel dibattito tra gli storici. Alcuni suggeriscono che sotto l'attuale struttura si trovino i resti di un tempio dedicato a San Pietro, ma non ci sono prove concrete a sostegno di questa teoria. È certo, però, che il sito ospitava una piccola cappella dedicata al Santo Salvatore. L'elevazione della chiesa, circa cinque metri sopra la strada, è attribuita alla pianificazione urbana dell'epoca angioina, che mirava a facilitare l'accesso al mare abbassando i livelli stradali.
Costruita originariamente nel XII secolo, la chiesa ha attraversato significative trasformazioni nel corso del tempo. Nel XIII secolo, un portale monumentale adornava la facciata principale, un dono della famiglia Della Marra, che possedeva la chiesa fino al 1532. Fu quindi trasferita ai Frati Minori Osservanti, che ampliarono la struttura e la dedicarono a Sant'Andrea. La chiesa fu ridisegnata con una navata unica, riflettendo la preferenza dell'ordine mendicante per spazi aperti e unificati che permettevano una visione libera dell'interno. In questo periodo furono anche aggiunte cappelle e altari al posto delle navate laterali originali.
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Il XVII secolo portò sfide a Sant'Andrea, in particolare durante la devastante peste del 1656. La chiesa e il convento adiacente divennero luoghi di sepoltura per le vittime, con fosse comuni scavate vicino ai muri divisori. Nonostante queste difficoltà, la chiesa e il convento continuarono a evolversi. Nel 1701, il convento fu ampliato e la navata centrale della chiesa fu elevata per allinearsi al tetto del convento. Questo periodo vide anche molti nobili locali scegliere Sant'Andrea come luogo di sepoltura, spesso in cambio di generose donazioni ai frati.
L'arrivo delle truppe francesi alla fine del XVIII secolo segnò la fine delle funzioni religiose del convento, che fu trasformato in una sede militare. L'editto murattiano del 1809 sciolse gli ordini religiosi, trasferendo il convento al comune mentre la chiesa rimase aperta al culto. La storia del convento si intrecciò con l'uso militare fino alla fine del XIX secolo, quando servì parzialmente come prigione e caserma. La chiesa rimase chiusa per diversi decenni fino a quando fu ristabilita come parrocchia nel 1959, tornando a essere un punto focale per la comunità.
Architettonicamente, Sant'Andrea è un mosaico di strati e stili storici. La chiesa si trova nel quartiere di Santa Maria, così chiamato per la vicina cattedrale. Il suo ingresso principale, accessibile tramite una scalinata, conduce a un portale splendidamente ornato. Questo ingresso monumentale, affiancato da colonne finemente scolpite e sormontato da una lunetta con scene bibliche scolpite, è un punto di forza della facciata occidentale. La facciata stessa è un'armoniosa fusione di aggiunte e modifiche nel corso dei secoli, culminando in una linea del tetto a capanna.
All'interno, la disposizione a tre navate di Sant'Andrea è sia grandiosa che intima. La navata centrale, sostenuta da capriate in legno, è separata dalle navate laterali da una serie di archi poggianti su robusti pilastri. Dodici cappelle, ciascuna con la sua storia e design unici, fiancheggiano le navate laterali. Finestre alte lungo la parete meridionale illuminano lo spazio, proiettando una calda luce sull'altare all'estremità, che è coronato da una volta a botte.
Oggi, Sant'Andrea continua a essere una parte vibrante del paesaggio culturale e spirituale di Barletta. Il suo passato ricco di storie e la sua bellezza architettonica la rendono una meta imperdibile per chi esplora la regione. La chiesa non solo offre uno sguardo nella ricca storia della città, ma si erge anche come simbolo di resilienza e comunità, accogliendo i visitatori per vivere l'eredità duratura del patrimonio architettonico di Barletta.
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