L'Arco del Torrazzo, un imponente portale rinascimentale situato nel cuore di Crema, Italia, funge da passaggio storico che collega Piazza Duomo con Via XX Settembre. Questo gioiello architettonico, ricco di storia e decorato con dettagli intricati, offre ai visitatori uno scorcio del ricco patrimonio culturale di questa affascinante cittadina lombarda.
Le origini dell'Arco del Torrazzo sono avvolte nel mistero, con scarse documentazioni risalenti ai suoi primi giorni. I registri storici indicano che a metà del XV secolo, un banditore, chiamato trombetta, possedeva una chiave per chiudere i portali e gli ingressi della piazza, suggerendo che quest'area urbana fosse sotto sorveglianza militare. La prima menzione significativa di una struttura in questo sito risale al 1474, quando si fa riferimento alla costruzione di una loggia coperta sopra l'ingresso della piazza. Questa loggia, finanziata dal podestà veneziano, suggerisce la presenza di un edificio più elaborato piuttosto che un semplice portale.
Entro il 1497, il termine arco appare nei registri del consiglio, indicando l'esistenza di un arco. Questo arco si sarebbe poi evoluto nella maestosa struttura che vediamo oggi, fondendo stili architettonici della fine del XV e dell'inizio del XVI secolo.
La parte inferiore del Torrazzo, che ospita il grande arco, riflette gli elementi stilistici del vicino municipio, costruito seguendo un decreto del Gran Consiglio nel 1524. Nel 1525, il Leone di San Marco fu posizionato sulla facciata esterna del Torrazzo, simbolo dell'influenza veneziana. Questo leone, originariamente dal Palazzo della Ragione di Bergamo, fu trasferito a Crema dopo l'invasione francese del 1509 e fu donato alla città dal Duca Francesco II Sforza.
Entro il 1575, il Torrazzo aveva raggiunto almeno il terzo livello, come evidenziato dai registri che menzionano la regolazione dell'orologio sopra l'arco. Nel 1594, una campana fu installata nell'acroterio, con l'attuale campana che porta un'iscrizione che riflette la sua successiva sostituzione. La campana era destinata a distinguere il suono delle riunioni del consiglio dalle funzioni religiose.
Durante il XVII secolo, le stanze superiori del Torrazzo furono riutilizzate per vari scopi. Nel 1615, il podestà veneziano Federico Cavalli trasformò queste stanze in un archivio notarile, che si espanse successivamente includendo la stanza dell'orologio entro il 1677. La struttura ospitava anche la corda del martorio, uno strumento di punizione utilizzato dall'autorità veneziana per disciplinare i trasgressori.
Nel XIX e XX secolo, l'Arco del Torrazzo ha subito diversi progetti di restauro per affrontare problemi strutturali e migliorare il suo aspetto estetico. Dopo il terremoto di Soncino del 1802, furono effettuate riparazioni per mitigare i danni. Entro la fine del XIX secolo, l'orologio e il pannello con lo stemma della città furono ridipinti. Ulteriori interventi strutturali furono realizzati a partire dal 1919 sotto la supervisione degli ingegneri Italo Celli e Giuseppe Stramezzi, con Abele Belletta della Soprintendenza ai Beni Culturali della Lombardia a capo del progetto. Questi restauri includevano modifiche architettoniche come la sostituzione delle finestre del primo piano con oculi.
Nel 2004, i graffiti sulla facciata raffiguranti lo stemma della città, quasi sbiaditi a causa degli agenti atmosferici, furono meticolosamente restaurati da Elena Dognini, Mara Pasqui e Annalisa Rebecchi, basandosi su un progetto di Laura e Marco Ermentini.
L'Arco del Torrazzo, che divide asimmetricamente il municipio, si erge su più piani, mostrando elementi stilistici della fine del XV secolo all'inizio del XVI secolo. Sebbene non ci siano registri definitivi che identifichino l'architetto, alcuni ipotizzano che possa essere stato influenzato da Donato Bramante o dai suoi seguaci, come Agostino de' Fondulis, Giovanni Battagio o Giovan Antonio Montanaro.
La struttura è caratterizzata da cornici in terracotta che dividono i livelli. Il primo piano presenta un grande arco a tre campate, sopra il quale si trova un pannello con lo stemma della città, affiancato da due finestre con frontoni triangolari. Il terzo livello vanta un balcone in marmo e un orologio, accompagnati da statue dei Santi Vittoriano e Pantaleone. All'apice, un acroterio esagonale sormontato da una cupola allungata e una banderuola, con l'iscrizione della data 1666 e le iniziali G+B+B, corona la struttura.
La facciata che si affaccia su Via XX Settembre rispecchia il design generale ma include elementi distintivi come il Leone di San Marco e due elaborate finestre a caduta. A differenza del lato che si affaccia sulla piazza, le nicchie su questa facciata sono vuote.
La statua di San Vittoriano, scolpita in pietra calcarea compatta, raffigura il santo guerriero con una gonna militare, un mantello e una spada. Porta l'iscrizione DIVO VICT e riflette le caratteristiche stilistiche della cultura lombarda del XV secolo.
La statua di San Pantaleone, patrono della città e della diocesi, risale al 1628 e sostituì una statua precedente che era caduta. Questa statua raffigura il santo come un medico, seguendo l'iconografia tradizionale, ed è associata allo stile scultoreo classico della regione lombardo-veneta. Porta l'iscrizione D. PANT. PROTECT.
In conclusione, l'Arco del Torrazzo rappresenta un testimone della ricca storia e del patrimonio architettonico di Crema. Il suo design intricato, la sua importanza storica e la sua presenza duratura lo rendono una tappa obbligata per chiunque esplori questa pittoresca cittadina italiana.
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