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Reggia di Portici

Reggia di Portici Ercolano

Reggia di Portici

Il Palazzo di Portici, noto localmente come Reggia di Portici, è un gioiello storico situato nella cittadina costiera di Portici, a pochi chilometri a sud-est di Napoli, Italia. Questo grandioso palazzo fu costruito tra il 1738 e il 1743 sotto il regno di Carlo VII di Napoli, che in seguito divenne Carlo III di Spagna. Inizialmente concepito come residenza reale, il Palazzo di Portici si è evoluto nel corso dei secoli, diventando un simbolo dello stile di vita opulento dei re Borbone e un tesoro per gli appassionati di arte e storia.

Le Origini del Palazzo

La leggenda narra che l'idea per il Palazzo di Portici nacque da un evento fortuito nel maggio del 1737. Il re Carlo e la sua regina, Maria Amalia di Sassonia, cercarono rifugio da una tempesta nel piccolo porto di Granatello e nella vicina Villa d'Elboeuf. Incantata dalla bellezza del luogo, la regina suggerì la costruzione di una residenza di campagna nel pittoresco villaggio di Portici. Che sia stato ispirato da questo evento o spinto dai suoi interessi nella caccia e nell'archeologia, il re Carlo iniziò presto l'ambizioso progetto di costruzione del palazzo.

I lavori iniziarono nel 1738 con l'acquisizione di diverse proprietà, tra cui la villa e la tenuta del Conte di Palena e il palazzo del Principe di Santobuono. Queste proprietà erano strategicamente situate a est della Strada delle Calabrie (ora Via Università) e offrivano una vista mozzafiato sul Vesuvio. Il progetto iniziale e la costruzione furono supervisionati dall'architetto Giovanni Antonio Medrano, con l'assistenza dell'ingegnere militare Roque Joaquín de Alcubierre e del capo giardiniere Francesco Geri. Tuttavia, nel 1741, Medrano fu sostituito da Antonio Canevari, incaricato di integrare le strutture esistenti in un nuovo, grandioso progetto.

Lo Splendore degli Interni

Entro il 1743, l'attenzione si spostò sulla decorazione interna del palazzo, un progetto guidato da Giuseppe Bonito, il Pittore di Camera del Re. Bonito, insieme agli artisti Crescenzo Gamba e Giuseppe Pansa, adornò il palazzo con squisite decorazioni a fresco, incluse quelle nella Cappella Reale, nella Sala delle Guardie e nelle Anticamere. Lo scenografo Vincenzo Re contribuì con grandiose illusioni architettoniche nella scala principale, mentre il rinomato boudoir di porcellana per Maria Amalia di Sassonia fu realizzato dai fratelli Gricci e dal pittore Giovanni Sigismondo Ficher.

I giardini, progettati da Medrano, Alcubierre, Geri e dallo scultore Giuseppe Canart, completavano la grandiosità del palazzo. Sebbene relativamente modesto nelle dimensioni, la costruzione del palazzo stimolò lo sviluppo di numerose residenze nobiliari nelle vicinanze, note come le Ville Vesuviane del Miglio d'Oro, poiché le famiglie aristocratiche cercavano la vicinanza alla corte reale.

Il Museo Ercolanese

Uno degli aspetti più affascinanti del Palazzo di Portici è il suo legame con la scoperta delle antiche città romane di Ercolano e Pompei. Nel 1738, durante la costruzione del palazzo, l'ingegnere Roque Joaquín de Alcubierre scoprì importanti resti archeologici, tra cui un tempio con 24 colonne di marmo. Questa scoperta portò alla scoperta di Ercolano e, un decennio dopo, di Pompei.

Nel 1758, il re Carlo fondò il Museo Ercolanese al piano terra del palazzo per esporre i notevoli reperti di questi scavi. Il museo, gestito dalla neonata Accademia Ercolanese, divenne una meta di pellegrinaggio per studiosi, aristocratici e viaggiatori del Grand Tour. L'importanza del museo era tale che Goethe lo descrisse come l'alfa e l'omega di tutte le collezioni di antichità.

Tuttavia, il doppio ruolo del palazzo come residenza reale e museo portò a complicazioni. Entro il 1768, iniziarono le discussioni sul trasferimento del museo e, nel 1827, i reperti rimanenti furono trasferiti a Napoli, segnando la fine del Museo Ercolanese a Portici.

Sotto Diversi Regni

Il Palazzo di Portici continuò a servire come residenza reale sotto Ferdinando IV, figlio di Carlo, e sua moglie, Maria Carolina d'Austria. Il palazzo ospitò ospiti illustri, tra cui l'imperatore Giuseppe II e il giovane Mozart. Nonostante abbia resistito a diverse eruzioni del Vesuvio, il palazzo subì danni durante le guerre napoleoniche e l'occupazione napoleonica di Napoli.

Durante il decennio francese (1806-1815), il palazzo subì significative ristrutturazioni interne sotto la direzione dell'architetto parigino Étienne-Chérubin Leconte. Il palazzo fu trasformato con decorazioni in stile Impero, rendendolo più intimo ed elegante. La regina Carolina Murat, sorella di Napoleone, favorì il palazzo e lo riempì con una notevole collezione di dipinti troubadour.

L'Era Moderna

Dopo l'unificazione d'Italia, il Palazzo di Portici passò sotto la proprietà della Casa Savoia. Nel 1871, il re Vittorio Emanuele II vendette la proprietà a quella che oggi è la Facoltà di Agraria dell'Università di Napoli Federico II, che ancora oggi occupa l'edificio. Il palazzo e i suoi giardini sono attualmente in fase di restauro e ospitano diversi musei dedicati alle scienze naturali.

Il Palazzo di Portici rimane un simbolo dell'opulenza e dell'importanza storica dei re Borbone. Le sue mura e i suoi giardini riecheggiano le storie di ritiri reali, scoperte archeologiche e imprese artistiche, rendendolo una destinazione imperdibile per gli appassionati di storia e i turisti occasionali.

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