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Abbazia di San Mercuriale

Abbazia di San Mercuriale Forlì

Abbazia di San Mercuriale

L'Abbazia di San Mercuriale, conosciuta in italiano come Abbazia di San Mercuriale, si erge maestosa nel cuore di Forlì, una pittoresca città della regione Emilia-Romagna in Italia. Questo gioiello architettonico, con il suo imponente campanile e il design romanico, non è solo l'edificio più riconoscibile di Forlì ma anche un simbolo della ricca storia e del patrimonio culturale della regione.

Le Origini e lo Sviluppo Iniziale

La storia dell'Abbazia di San Mercuriale è avvolta nel mistero, soprattutto per quanto riguarda la sua fondazione e il periodo altomedievale. Inizialmente, la chiesa si trovava fuori dal centro urbano, separata dalla città dal fiume Rabbi o da uno dei suoi affluenti. Fin dai primi secoli del cristianesimo, la comunità locale si riuniva in questa zona, e si crede che qui esistessero un cimitero e un luogo di culto durante l'episcopato di San Mercuriale, che guidò la comunità cristiana di Forlì intorno al V secolo.

Secondo la tradizione, San Mercuriale fu sepolto in un sepolcro a est della città, e probabilmente anche i vescovi successivi seguirono il suo esempio, aderendo al divieto di seppellire i corpi entro le mura cittadine fino al V secolo. Alcuni studiosi suggeriscono che la prima cattedrale di Forlì potesse trovarsi sul sito dell'attuale abbazia prima di essere spostata nel centro della città. Tuttavia, considerando la necessità di attraversare le mura cittadine e il fiume Rabbi per raggiungere l'abbazia, molti credono che la sede vescovile fosse sempre nell'attuale Santa Croce, mentre l'abbazia serviva come centro plebano fuori dalla città.

Leone Cobelli, un cronista del XV secolo, affermava che una chiesa dedicata a Santo Stefano, il primo martire del cristianesimo, si trovasse una volta sul sito dell'attuale abbazia. Dopo i disordini del V e VI secolo, una comunità di credenti iniziò probabilmente a risiedere vicino alla tomba di San Mercuriale, trasferendo infine le sue reliquie e quelle dei santi Marcello e Grato in un nuovo edificio religioso. Fu in questo periodo che la chiesa fu ridedicata a San Mercuriale, con la sua festa il 30 aprile che potrebbe segnare il giorno della traslazione delle reliquie.

Il primo riferimento documentato alla chiesa e al monastero di San Mercuriale risale a un documento dell'894 d.C. negli archivi vallombrosiani, dove l'arcivescovo Domenico Ublatella di Ravenna donò terre all'abate Leone di San Mercuriale. Gli scavi archeologici del 1951 hanno rivelato le fondamenta della chiesa originale, rivelando un'antica cripta sopra la quale è stata ricostruita l'attuale cripta romanica.

Il Periodo Medievale

Nel 1173, i conflitti tra Guelfi e Ghibellini causarono un incendio che distrusse molti edifici, inclusa la chiesa. La ricostruzione di una nuova abbazia più grande in stile romanico iniziò sul sito della chiesa distrutta. Entro il 1181, la nuova abbazia era sufficientemente completa per consentire al vescovo Alessandro di predicare al suo interno.

La nuova abbazia presentava tre navate e tre absidi, con un altare centrale sopra una voluminosa cripta, un portico che precedeva il portale e l'imponente campanile che ancora oggi si erge. La ricchezza dell'abbazia, riflessa nella sua costruzione monumentale e nelle decorazioni di rinomati artigiani, derivava da continue donazioni e privilegi ricevuti tra il X e il XII secolo. Questi contributi resero l'abbazia indipendente dall'autorità episcopale e dalle potenti chiese di Ravenna.

Il complesso abbaziale includeva non solo la chiesa ma anche un monastero con un chiostro, un cimitero e un ospedale per i pellegrini, evidenziando la sua posizione strategica lungo la Via Emilia. La crescita demografica e politica di Forlì nel XII secolo portò all'espansione delle mura cittadine, incorporando l'abbazia nel centro urbano entro il 1161. Nel 1212, il comune richiese terre all'abbazia per la creazione della futura Piazza Maggiore, integrando ulteriormente l'abbazia nel tessuto cittadino.

Durante il XIV secolo, l'abbazia subì ulteriori modifiche, tra cui la costruzione di due nuove cappelle laterali collegate da un portico gotico, alterando l'architettura romanica originale. L'abbazia rimase fuori dalle mura cittadine fino al XIII secolo, quando fu finalmente incorporata nel paesaggio urbano.

Il Periodo Rinascimentale

Nel XV secolo, i monaci vallombrosani aggiunsero un chiostro rettangolare con colonne sottili ed eleganti all'abbazia. Per fornire maggiore stabilità ai tetti delle navate, un nuovo soffitto con volte a crociera sostituì le capriate medievali. Durante questo periodo, le famiglie nobili e le confraternite locali arricchirono la chiesa con numerose cappelle laterali, tra cui la Cappella del Santissimo Sacramento e la Cappella Ferri.

Fino al XVI secolo, la chiesa aveva due altari principali: uno superiore sul presbiterio per i monaci e uno inferiore nella cripta per il clero regolare. Nel 1505, la volta del presbiterio crollò, distruggendo la cripta e seppellendo le reliquie del santo, che furono riscoperte nel 1575 e collocate nella cappella della famiglia Mercuriali alla fine della navata destra. La ricostruzione dell'intera area absidale iniziò nel 1506, e la cripta non fu ricostruita, riflettendo il cambiamento del patronato cittadino a San Valeriano, le cui reliquie erano custodite nella cattedrale.

L'Abbazia di San Mercuriale si erge come un testimone dell'evoluzione storica e religiosa di Forlì. Il suo imponente campanile e l'architettura romanica continuano a catturare l'attenzione dei visitatori, offrendo uno sguardo nel ricco arazzo del passato della città e nel suo duraturo patrimonio culturale.

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