Nel cuore del centro storico di Genova, sulla rinomata Via Garibaldi, si erge il magnifico Palazzo Rosso. Questo imponente edificio, conosciuto anche come Palazzo Francesco Ridolfo Brignole Sale, è un simbolo della ricchezza e dell'eccellenza artistica dell'architettura genovese. Facente parte dei Palazzi dei Rolli, destinati ad ospitare ospiti di alto rango durante le visite di stato, il Palazzo Rosso è intriso di storia e ricco di tesori artistici. È parte dei Musei di Strada Nuova, insieme a Palazzo Bianco e Palazzo Doria-Tursi, rendendolo una meta imperdibile per gli amanti dell'arte e della storia.
La costruzione del Palazzo Rosso iniziò nel 1671 e fu completata nel 1677, su commissione dei fratelli Brignole Sale, Rodolfo e Gio Francesco. L'architetto genovese Pietro Antonio Corradi progettò il palazzo, scegliendo una disposizione a forma di U, simile al suo lavoro su Palazzo Balbi Senarega. Questa scelta di design forniva alloggi distinti per ciascun fratello, mantenendo al contempo la grandiosità di un unico palazzo unificato. Alla morte di Rodolfo, Giovanni Francesco I Brignole Sale divenne l'unico proprietario e intraprese una missione per decorare l'interno del palazzo con le migliori opere d'arte del periodo.
I primi sforzi decorativi si concentrarono sul secondo piano nobile, a partire dal 1679. Artisti rinomati come Domenico Piola e Gregorio De Ferrari, insieme ai quadraturisti e stuccatori Antonio ed Enrico Haffner, furono incaricati di questo compito. Il soffitto della grande sala fu adornato con l'affresco Fetonte alla Corte di Apollo di De Ferrari, un capolavoro tragicamente perduto durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, uno schizzo preparatorio dell'affresco è ancora esposto nella sala. Le pareti presentano Il Carro del Sole, una grande tela di Domenico Piola, che raffigura una scena celestiale.
Adiacenti alla grande sala si trovano le Stanze delle Quattro Stagioni, ciascuna dedicata a una stagione diversa e considerate capolavori dell'arte barocca genovese. L'Allegoria della Primavera, dipinta tra il 1686 e il 1687 da De Ferrari, mostra Venere e Cupido che incantano Marte tra una miriade di fiori e cherubini. Gli elementi tridimensionali della stanza, creati dallo stuccatore Giacomo Maria Muttone, migliorano lo spazio illusionistico. Nell'Allegoria dell'Estate, Cerere, la dea del raccolto, è raffigurata con un fascio dorato di grano, accompagnata da Apollo e dal segno zodiacale del Leone, simbolo sia dell'estate che dell'emblema araldico della famiglia Brignole.
Il lavoro di Domenico Piola continua nelle stanze dell'Allegoria dell'Autunno e dell'Allegoria dell'Inverno, creato in collaborazione con Muttone e il quadraturista Sebastiano Monchi. L'Allegoria dell'Autunno presenta un giovane Bacco con Arianna, circondato da Sileno, baccanti, centauri, satiri e fregi dorati in stucco che imitano le viti. L'Allegoria dell'Inverno raffigura un giovane che si riscalda accanto a un braciere, con scene di carnevale e caccia, riflettendo le influenze dell'arte di Correggio. Le prospettive architettoniche sulle pareti sono opera di Niccolò Codazzi.
Uno degli spazi più originali del Palazzo Rosso è la Loggia delle Rovine, conosciuta anche come la Loggia di Diana, dipinta intorno al 1689 da Paolo Gerolamo Piola, figlio di Domenico Piola. Questo spazio unico presenta il mito di Diana ed Endimione ambientato tra le rovine di un palazzo. Le architetture fittizie di Codazzi fanno da sfondo alla raffigurazione di Piola di Diana che scende dal cielo per raggiungere l'addormentato Endimione, accompagnata da satiri e cani. Questo racconto completa il tema centrale dell'Apollo-Sole della grande sala, creando una celebrazione cosmologica della famiglia Brignole-Sale.
Il XVIII secolo vide ulteriori sforzi decorativi sotto il patrocinio di Anton Giulio II Brignole-Sale e suo figlio Giovanni Francesco II. Anton Giulio II commissionò la decorazione dell'appartamento del mezzanino, riaperto al pubblico nel 2022. La prima stanza, una piccola galleria, presenta cherubini volanti di Gregorio De Ferrari e quadrature di Francesco Costa. La seconda stanza, conosciuta come la Stanza della Grotta, fu affrescata da Domenico Parodi, raffigurando scene della mitologia romana con architetture trompe-l'oeil di Tommaso Aldovrandini, creando l'illusione di una grotta naturale all'interno del contesto urbano.
La camera da letto include una piccola alcova rialzata con pareti a specchio e una decorazione barocca in stucco con cherubini che sorreggono un baldacchino floreale. Il soffitto è dipinto con un cielo stellato, attribuito a Gregorio De Ferrari. Il pavimento in parquet, una novità in Italia all'epoca, porta il monogramma di Anton Giulio II, ripetuto in tutto l'appartamento. Giovanni Francesco II continuò il lavoro decorativo a metà del XVIII secolo, commissionando a Giacomo Boni la creazione di un piccolo salone a specchi.
Oggi, Palazzo Rosso è un museo vivace, che offre ai visitatori uno sguardo sullo stile di vita opulento dell'aristocrazia genovese. Le collezioni d'arte del palazzo, principalmente della famiglia Brignole-Sale, sono esposte in stanze che mantengono i loro arredi e decorazioni originali. Come parte dei Musei di Strada Nuova, Palazzo Rosso, insieme a Palazzo Bianco e Palazzo Doria-Tursi, offre un viaggio completo attraverso il patrimonio artistico di Genova.
Che tu sia un amante dell'arte, un appassionato di storia o semplicemente un viaggiatore curioso, Palazzo Rosso promette un'esperienza indimenticabile. Le sue mura echeggiano la grandiosità della nobiltà genovese e le sue sale sono adornate con capolavori che narrano il ricco arazzo culturale di questa storica città. Una visita a Palazzo Rosso non è solo un passo indietro nel tempo, ma una celebrazione dell'eredità duratura di Genova in campo artistico e architettonico.
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