La Chiesa di San Lupo, o Sint-Lupuskerk nella lingua locale, si erge come un magnifico esempio di architettura barocca nel cuore di Namur, in Belgio. Questa chiesa cattolica, con la sua ricca storia e il suo design impressionante, offre ai visitatori uno sguardo nel passato e l'opportunità di ammirare il suo splendore artistico e architettonico.
La storia della Chiesa di San Lupo inizia con l'arrivo dei Gesuiti a Namur nel 1610. Presero il controllo di un piccolo collegio e lo ampliarono, costruendo infine una chiesa dedicata a Sant'Ignazio, il fondatore della Compagnia di Gesù. Il rinomato architetto gesuita, Fratello Pierre Huyssens, progettò la chiesa, che rappresenta un esempio tipico dell'architettura barocca belga.
I lavori di costruzione della chiesa iniziarono nel 1621 ma furono rallentati da numerosi problemi finanziari, richiedendo alla fine 20 anni per essere completati. La chiesa fu consacrata nel 1645 dal Vescovo di Namur, Englebert Dubois. Tuttavia, solo nel 1677 furono completate le decorazioni e gli arredi della chiesa, incluso l'altare laterale dedicato a Sant'Ignazio.
Per oltre un secolo e mezzo, la chiesa, inizialmente chiamata Saint-Ignace, servì il collegio gesuita, ospitando numerose attività liturgiche, spirituali e apostoliche. Tuttavia, nel 1773, a seguito della soppressione della Compagnia di Gesù da parte di Papa Clemente XIV, i gesuiti furono costretti a lasciare Namur. La chiesa divenne quindi la parrocchia di San Lupo nel 1777, intitolata a San Lupo, il Vescovo di Troyes morto nel 478. Questa transizione fu segnata da una solenne cerimonia il 14 settembre 1777.
Nel corso della sua storia, la Chiesa di San Lupo ha subito diverse restaurazioni. In particolare, tra il 1864 e il 1867, la facciata fu ricostruita in pietra blu, e nel 1886 fu aggiunto un nuovo pulpito, realizzato dallo scultore di Dinant Benjamin Devigne. La chiesa e il collegio adiacente furono classificati come monumenti storici dalla Regione Vallona nel gennaio 1936, e un restauro completo fu intrapreso dal 1979 al 2011. Nel 2019, la Regione Vallona finanziò il restauro dell'organo della chiesa, preservando ulteriormente il suo significato storico e culturale.
I visitatori della Chiesa di San Lupo sono accolti dalla sua splendida facciata barocca, ispirata alla Chiesa del Gesù a Roma e a Sant'Ignazio (ora San Carlo Borromeo) ad Anversa. La facciata, ricostruita in calcare della Mosa e pietra bianca durante il restauro del 1865, presenta una combinazione armoniosa di linee classiche e decorazioni barocche. Colonne e pilastri scanalati, un portale assiale e nicchie che ospitano statue di legno dipinte di San Francesco Saverio e San Francesco Borgia aggiungono eleganza alla facciata. Il frontone è coronato dal tradizionale monogramma gesuita IHS.
All'interno, la grandiosità della chiesa continua con le sue tre navate di sei campate, un coro semicircolare e una torre incompiuta. L'interno è adornato con colonne ioniche in marmo rosso e nero, che sostengono archi rotondi. Nel coro, nicchie con frontoni triangolari ospitano statue in pietra bianca dei Santi Pietro e Paolo, realizzate da Georges Coquelet. Ogni lato del coro è affiancato da cappelle che concludono le navate laterali.
Una delle caratteristiche più sorprendenti della Chiesa di San Lupo è il suo soffitto a volta, realizzato in arenaria di Maastricht e scolpito in stile auricolare, reminiscente di Jacques Franquart. Questo insieme scultoreo unico si estende alle volte delle navate laterali, creando un'esperienza visiva mozzafiato.
Il patrimonio artistico della chiesa è ulteriormente arricchito dalle opere di Jacques Nicolaï, un fratello gesuita e discepolo di Rubens. Nicolaï fu responsabile della decorazione della chiesa, incluso un ciclo completo di dipinti dedicati alla Vergine Maria. Sebbene molte delle sue opere siano state trasferite alla Cattedrale di Saint Aubain nel 1779, alcuni dipinti rimangono nella chiesa, posizionati sopra le statue dei Santi Pietro e Paolo. Questi furono successivamente sostituiti da opere del pittore di Liegi Henri Deprez.
L'altare maggiore, risalente al 1656, è un capolavoro di legno dipinto. Sopra il retablo, una statua di San Lupo, originariamente Sant'Ignazio trasformato in vescovo con mitra e pastorale, presiede l'altare. La chiesa vanta anche dieci confessionali, ciascuno decorato con motivi intrecciati, fregi, cherubini, ghirlande e colonne tortili. Questi capolavori di ebanisteria suggeriscono lo stile barocco decadente.
Sotto l'ultima campata e l'abside si trova la cripta, dove un archeologo nel 1849 scoprì iscrizioni tombali di padri gesuiti del collegio vicino, risalenti al XVII secolo. Sebbene rimangano solo frammenti, offrono una connessione toccante con le radici storiche della chiesa.
La Chiesa di San Lupo ha trovato posto anche nella letteratura. Victor Hugo, nel suo romanzo I Miserabili, la descrisse come il capolavoro dell'architettura gesuita. Nel 1866, il poeta Charles Baudelaire, durante un tour di conferenze in Belgio, subì un ictus uscendo dalla chiesa. Nonostante questo tragico evento, Baudelaire lodò la chiesa, definendola un meraviglioso e sinistro catafalco.
La Chiesa di San Lupo non è solo un edificio religioso; è una testimonianza vivente della ricca storia, arte e cultura di Namur. Il suo splendore barocco, le intricate sculture e il passato ricco di eventi la rendono una destinazione imperdibile per chiunque esplori questa bellissima città belga.
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