San Severino abate, conosciuta localmente come Chiesa di San Severino abate, è un gioiello storico e architettonico situato nel cuore di San Severo, Italia. Questa antica chiesa, designata come monumento nazionale, è il più antico edificio sacro della città, con origini che risalgono al 1059. Essendo la prima parrocchia e chiesa madre di San Severo, occupa un posto significativo nella storia religiosa e culturale della città.
La storia di San Severino abate inizia tra i periodi longobardo e bizantino, quando il monachesimo benedettino si diffuse dal monastero di Cassino, portando con sé la venerazione di San Severino di Norico. Lungo il percorso della Via Francigena, oggi conosciuta come "Via Sacra Langobardorum", venne istituita una primitiva cappella dedicata al santo. Questa piccola cappella divenne un punto focale per i pellegrini diretti a Monte Sant'Angelo, portando alla formazione del villaggio fortificato di San Severino nell'XI secolo, che alla fine si trasformò nella moderna città di San Severo.
In origine, la chiesa era una struttura benedettina a tre navate con una semplice facciata a capanna. Entro il 1224, fu trasformata in un tempio più grande a navata unica, riconsacrato da Risandro, il Vescovo di Melfi. La chiesa subì ulteriori ampliamenti dopo il 1295 durante il regno di Carlo II d'Angiò, incorporando materiali dal palatium Bellumvidere abbandonato di Federico II. Questo ampliamento estese la navata alla sua lunghezza attuale e aggiunse un transetto, risultando nell'attuale pianta a croce latina. L'abside inclinata, simbolo della testa reclinata di Cristo, aggiunge un fascino unico alla chiesa.
L'architettura della chiesa è un mix di stili e periodi diversi, riflettendo la sua lunga storia di ristrutturazioni e restauri. La facciata principale, fatta di pietra e mattoni, presenta un portale con un'iscrizione che commemora la riconsacrazione del 1224 e un semplice arco in breccia corallina. Una statua tardomedievale di San Severino, vestito da apostolo, è incastonata in una nicchia nel modesto timpano barocco.
La facciata del transetto, più ornata e anch'essa in pietra, vanta un portale dell'epoca di Federico II, attribuito a Bartolomeo da Foggia. Questo portale è adornato con un sontuoso arco sostenuto da mensole a forma di leone, una finestra a rosa a sei raggi e un trittico in bassorilievo del XII secolo che raffigura San Severino in abiti pontificali affiancato da due angeli. Accanto a questa facciata si erge l'imponente campanile, il più alto della città a cinquanta metri. La sezione medievale inferiore, con la sua elegante bifora gotica e due meridiane in marmo del XIX secolo, contrasta con la sezione superiore barocca, completata intorno al 1730 e coronata da una guglia a forma di piramide coperta di maioliche colorate.
All'interno, la chiesa si estende per 36 metri di lunghezza, 12 metri di larghezza (allargandosi a circa 25 metri nel transetto) e 16 metri di altezza (salendo a 20 metri all'incrocio del transetto). La discontinuità stilistica dell'interno è una testimonianza dei vari periodi di intervento che ha visto. Vicino all'ingresso, incorniciato da stipiti in pietra medievale e un tamburo di legno creato da Vincenzo Russi nel 1888, si trova il grande battistero. Questo presenta una fonte in pietra del XIII secolo, la cui base è un capitello romanico rovesciato, sormontata da un ciborio in legno del XVIII secolo. La cappella che ospita la fonte fu sistemata nel 1717.
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TourLa navata unica e ampia della chiesa è adornata con vivaci decorazioni murali del XVIII secolo. Vari altari mostrano statue e dipinti, tra cui una notevole pala d'altare raffigurante la Madonna di Costantinopoli con San Marco Evangelista e Sant'Antonio Abate, un olio su tela del 1540 di scuola veneziana. Il lato destro del transetto è evidenziato da un grande arco in pietra gotica, mentre il lato sinistro presenta il complesso organo a canne di Innocenzo Gallo (1749-50), con una cassa e una veranda incrostata di cornici dorate su uno sfondo vivacemente colorato. Sotto l'organo si trova un notevole presepe dei primi del XIX secolo dello scultore napoletano Arcangelo Testa. Di fronte, sulla vecchia porta del cimitero, c'è una pregevole Pietà napoletana, un olio su tela di Alessio D'Elia (1745).
Il spazioso presbiterio è dominato dalla statua del santo titolare, un manichino in legno policromo di Testa (1817), che è il principale patrono di San Severo. Il presbiterio è fiancheggiato dagli eleganti stalli del coro in legno del 1758, un'opera raffinata di Romolo Baratta di Avellino. L'altare maggiore neoclassico, consacrato nel 1857, si trova sul retro, con una finemente lavorata porta del tabernacolo del argentiere napoletano Gennaro Russo. Sopra il coro su entrambi i lati ci sono dipinti a tempera dei primi del XX secolo che raffigurano la Presentazione di Gesù al Tempio a sinistra e San Francesco Saverio che predica nelle Indie a destra.
La chiesa ospita diverse cappelle, ognuna con le sue caratteristiche uniche e la sua storia. La cappella principale, dedicata a San Severino, presenta un altare in marmo del 1857 e una nicchia in marmo del 1915, che ospita il manichino in legno del santo del 1817 di Arcangelo Testa. Le cappelle sono una testimonianza della ricca storia della chiesa e del suo ruolo come centro di culto e vita comunitaria a San Severo.
San Severino abate non è solo una chiesa; è una cronaca vivente del viaggio spirituale e culturale della città. Le sue pareti e i suoi altari riecheggiano le preghiere e le speranze di generazioni, rendendola una tappa obbligata per chiunque esplori il patrimonio storico e religioso di San Severo.
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