La Villa Visconti d'Aragona, situata nel cuore di Sesto San Giovanni, Italia, è un affascinante gioiello storico che offre un incantevole viaggio nel tempo. Questa nobile villa, risalente al XVI secolo, rappresenta un magnifico esempio di architettura rinascimentale e testimonia il ricco patrimonio culturale della regione. Entrando in questa magnifica tenuta, si viene subito avvolti da un'atmosfera di eleganza e grandiosità, dove storia e arte si intrecciano armoniosamente.
Le origini della Villa Visconti d'Aragona sono avvolte nel mistero, senza documenti precisi che ne indichino la data esatta di costruzione. Tuttavia, documenti storici del 1532 menzionano la presenza di una casa padronale con cortile, giardino e pozzo nel sito dove ora sorge la villa. Nei secoli, la villa cambiò proprietà numerose volte, con ogni proprietario che lasciò il proprio segno sulla sua struttura e carattere.
Nel 1601, la villa passò alla famiglia Selvini, seguita dalla famiglia Malombra, e nel 1654 fu acquistata dal Conte Carlo di Belgiojoso. Il conte trasformò la villa in una residenza di campagna e tenuta agricola, completa di un allevamento di bachi da seta e un torchio per il vino. A metà del XVII secolo, la villa passò alla famiglia Parravicini, segnando l'inizio del suo rinascimento culturale.
Giovanni Antonio Parravicini, una figura di spicco dell'epoca, arricchì gli interni della villa con splendidi affreschi e istituì una galleria d'arte. Un inventario del 1721 rivela che la galleria ospitava dipinti raffiguranti paesaggi, nature morte e scene di genere di rinomati artisti fiamminghi, olandesi e italiani, tra cui Cesare Da Sesto, Guglielmo il Borgognone e Caravaggio. Purtroppo, la collezione d'arte dei Parravicini fu successivamente dispersa e venduta per coprire i debiti dei successivi proprietari.
Nel XVIII secolo, la villa divenne proprietà della famiglia Visconti d'Aragona, e nel secolo successivo passò ai Visconti-Borromeo e poi agli Ottolino-Visconti, prima di tornare ai Visconti d'Aragona. Nel 1873, la villa fu venduta alla famiglia De Ponti, che la divise in tre sezioni principali: una proprietà in affitto, una residenza familiare e una filanda, una delle prime a Sesto San Giovanni, segnando l'inizio dell'industrializzazione della città.
Nel 1964, la Villa Visconti d'Aragona De Ponti fu acquistata dal Comune di Sesto San Giovanni. Un importante progetto di restauro, guidato dall'architetto Amedeo Bellini nel 1980, salvò la villa da uno stato di degrado. Gli interni furono rinnovati per ospitare il peso dei volumi della Biblioteca Centrale, e gli affreschi furono accuratamente rimossi, restaurati e reinstallati su nuovi supporti.
Oggi, la Villa Visconti d'Aragona è un vivace centro culturale, ospitando la Biblioteca Centrale, l'Archivio Fotografico Nazionale Civico Tranquillo Casiraghi e il Dipartimento di Cultura del Comune di Sesto San Giovanni. Entrando attraverso il cancello in ferro battuto, si viene accolti da un affascinante portico con colonne doriche, che conduce a un pittoresco cortile.
A sinistra, il cortile si apre su un edificio basso noto come il teatrino, che un tempo era una rimessa per carrozze e area di stoccaggio. Di fronte, allineato con il viale d'accesso piuttosto che con il centro del cortile, si trova il portico aperto della vecchia casa padronale. A destra, una piccola scala sotto il portico conduce ai piani superiori. Il cortile è chiuso su tutti e quattro i lati, creando un'atmosfera intima e serena.
Gli interni della villa sono un tesoro di meraviglie artistiche e storiche. Il piano terra presenta una grande sala e tre stanze più piccole, mentre il primo piano vanta nove stanze e una galleria di rappresentanza sopra il portico. Gli affreschi della galleria, commissionati per il matrimonio di Giovanni Antonio Parravicini e Francesca Castiglioni nel 1680, sono particolarmente notevoli. Questi affreschi raffigurano gli stemmi degli sposi, il cigno della famiglia Parravicini e il leone della famiglia Castiglioni.
Altri affreschi nella villa rappresentano figure allegoriche come la Liberalità o la Lussuria, con un dado e monete d'oro; la Saggezza, con una lampada a olio e un libro; la Ricchezza, con una corona e uno scettro; e la Fortezza o la Guerra, armata di lancia e scudo. Gli affreschi includono anche putti, decorazioni floreali, paesaggi e figure mitologiche, attribuiti ad Agostino Santagostino per le loro somiglianze stilistiche con il ciclo allegorico nella Villa Casati Stampa di Balsamo.
Il giardino della villa, in gran parte trasformato in un parco pubblico, ospita diversi intriganti resti in marmo, tra cui una colonna di epoca romana e una piccola fonte battesimale paleocristiana. Le origini di questi reperti rimangono un mistero. Il giardino ospitava anche un pozzo del XVII secolo con un sistema di carrucole, risalente al periodo di costruzione della villa.
Durante i mesi estivi, il cortile della villa si trasforma in una sede all'aperto per vari spettacoli ed eventi, aggiungendo alla sua vivace vita culturale. Inoltre, un'ala dell'edificio ospita il CESPI (Centro di Studi Internazionali), consolidando ulteriormente il ruolo della villa come centro di apprendimento e scambio culturale.
In conclusione, la Villa Visconti d'Aragona non è solo un monumento storico; è una testimonianza vivente del ricco tessuto culturale di Sesto San Giovanni. Le sue mura risuonano di storie di famiglie nobili, imprese artistiche e spirito comunitario, rendendola una destinazione imperdibile sia per gli appassionati di storia che per i visitatori occasionali. Che si esplorino i suoi interni splendidamente affrescati o si goda una passeggiata nei suoi giardini, la Villa Visconti d'Aragona offre un'affascinante occhiata al passato, continuando a svolgere un ruolo vitale nella vita culturale della regione.
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