Il Palazzo Patriarcale, conosciuto localmente come Palazzo Patriarcale, a Udine, Italia, è un magnifico testimone del ricco patrimonio storico e architettonico della regione. Situato nel cuore del Friuli-Venezia Giulia, questo grandioso edificio è da lungo tempo un simbolo del potere ecclesiastico e della ricchezza culturale. Le sue origini risalgono al XVI secolo, e il palazzo ha subito numerose trasformazioni, ciascuna aggiungendo strati di storia e arte alla sua già impressionante struttura.
Il corpo centrale del Palazzo Patriarcale fu costruito nel XVI secolo, quando i patriarchi di Aquileia cercarono una nuova residenza nella città di Udine, trovando il Castello di Udine inadatto. Questa prima struttura gettò le basi per quello che sarebbe diventato uno dei più significativi punti di riferimento architettonici di Udine. Il palazzo che vediamo oggi è in gran parte il risultato di ampie ristrutturazioni ed espansioni effettuate all'inizio del XVIII secolo sotto la direzione del Patriarca Dionisio Delfino. Nel 1708, Delfino commissionò al rinomato architetto Domenico Rossi di migliorare la grandiosità del palazzo. Le contribuzioni di Rossi inclusero l'aggiunta di un'ala della biblioteca, una scala ovale, e l'elevazione del corpo centrale, completo di un grande portale. Entro il 1725, Rossi aveva anche completato l'ala nord e la grande scala, che presenta un affresco mozzafiato di Giambattista Tiepolo raffigurante la Caduta degli Angeli Ribelli, circondato da immagini della Creazione dell'Uomo e della Caduta dell'Uomo in grisaille.
Dal 1995, il Palazzo Patriarcale ospita il Museo Diocesano e le Gallerie del Tiepolo. Questo museo non solo custodisce una ricca collezione di arte sacra proveniente da varie chiese della diocesi, ma permette anche ai visitatori di esplorare le opulente stanze del palazzo adornate con i famosi affreschi di Tiepolo. Il Museo Diocesano fu inizialmente fondato nel 1963 dall'Arcivescovo Giuseppe Zaffonato, con l'obiettivo di preservare e mostrare il patrimonio culturale ecclesiastico dell'arcidiocesi. Originariamente situato nel seminterrato del seminario arcivescovile della città, il museo fu trasferito al Palazzo Patriarcale dopo il devastante terremoto del 1976. Dopo ampi lavori di restauro, il museo aprì ufficialmente le sue porte al pubblico il 29 aprile 1995.
La collezione del museo comprende circa 700 opere, inclusi gli affreschi di Tiepolo, che egli creò su richiesta del Patriarca Dionisio Dolfin. Al piano terra si trova un lapidario con vari oggetti, tra cui un pluteo in pietra preromanico. I visitatori iniziano il loro tour dalla grande scala, un capolavoro di Domenico Rossi, con l'affresco di Tiepolo della Caduta degli Angeli Ribelli che adorna il soffitto.
Al primo piano, sei stanze ospitano una notevole collezione di sculture in legno, con pezzi notevoli come la statua lignea policroma del XV secolo di Santa Caterina d'Alessandria di uno scultore friulano anonimo e l'altare ligneo policromo di Santa Barbara di Domenico da Tolmezzo, risalente alla seconda metà del XV secolo. Una scala a chiocciola, aggiunta nel 1708 e adornata con una piccola cupola affrescata da Louis Dorigny, conduce al piano nobile dell'edificio.
Il secondo piano, o piano nobile, si apre con la spettacolare biblioteca, commissionata dal Patriarca Dionisio Delfino nel 1708. Questa biblioteca è considerata una delle più belle del nord Italia, con decorazioni pittoriche che includono il Ritratto del Committente e il Trionfo della Sapienza, opere di Niccolò Bambini. La vicina Sala Azzurra, o Sala della Canopée, vanta un raffinato decoro rinascimentale con scene del Nuovo Testamento affrescate da Giovanni da Udine tra il 1558 e il 1560. La Sala Gialla ospita la collezione numismatica dei patriarchi di Aquileia. Il tour continua attraverso la Sala del Trono e la Cappella Palatina, dove una Madonna col Bambino di Palma il Giovane adorna l'altare. La Sala Rossa, o sala del tribunale ecclesiastico, presenta un soffitto a volta decorato con affreschi di Tiepolo del Giudizio di Salomone e dei Profeti, completati nel 1729. L'ultima e più opulenta stanza è la Galleria degli Ospiti, adornata con affreschi di Tiepolo raffiguranti le Storie dei Patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe, create tra il 1727 e il 1728, inclusa la notevole Rachele che nasconde gli idoli.
Il secondo piano ospita anche la Biblioteca Delfiniana, la prima biblioteca pubblica di Udine, istituita nel 1709 dal Patriarca Dionisio Delfino e ufficialmente aperta nell'estate del 1711. Oggi, contiene una piccola ma ricca collezione di circa 11.000 volumi, tra cui 514 manoscritti e 115 incunaboli. I tesori letterari della biblioteca includono opere dalle collezioni di Giovanni Delfino, Patriarca di Aquileia, Daniello Marco Dolfin, nunzio apostolico in Francia, e Giovanni Battista Cornaro, padre di Elena Cornaro Piscopia, la prima donna a laurearsi in Italia. I libri sono conservati in scaffali di legno del XVIII secolo. In una stanza separata, la Biblioteca Bartoliniana, donata alla curia episcopale di Udine nel 1827 da Gregorio Bartolini e dalla sua cognata Teresa Dragoni Bartolini, contiene circa 10.000 volumi, inclusi 40 incunaboli. La parte più significativa di questa collezione comprende libri appartenuti al Conte Antonio Bartolini, un appassionato bibliofilo e collezionista di edizioni rare e preziose.
In conclusione, il Palazzo Patriarcale di Udine non è solo un edificio storico; è un vero e proprio scrigno d'arte, cultura e storia. Le sue mura raccontano storie di potere ecclesiastico, brillantezza artistica e ricerche erudite, rendendolo una destinazione imperdibile per chiunque visiti la bellissima città di Udine. Che tu sia un appassionato d'arte, un amante della storia, o semplicemente un viaggiatore curioso, il Palazzo Patriarcale offre un'esperienza ricca e gratificante che ti lascerà in ammirazione per la sua grandiosità e importanza.
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