Il Museo Valenciano di Etnologia, conosciuto anche come L'Etno, è un affascinante gioiello culturale situato in via Corona nel cuore di Valencia, Spagna. Fondato nel 1982 e aperto al pubblico un anno dopo, nel 1983, questo museo è dedicato alla ricerca e alla diffusione dell'etnologia e dell'antropologia. La sua missione è quella di offrire uno spazio dinamico per la conoscenza e la riflessione sulla diversità culturale che definisce l'umanità, con un'attenzione particolare alla società tradizionale valenciana e alla sua transizione verso la modernità, nonché alle culture mediterranee e globali.
Il museo è stato fondato da Joan Francesc Mira durante un periodo di rinascita culturale a Valencia, in concomitanza con la transizione politica della Spagna. L'idea era quella di creare un museo che studiasse, collezionasse e promuovesse la cultura tradizionale valenciana. Inizialmente, il museo aveva un piccolo staff ed era ospitato nel Centro Cultural la Beneficencia, dove condivideva lo spazio con il Servizio di Ricerca Preistorica della Diputación di Valencia.
Nel corso degli anni, il museo è cresciuto significativamente, accumulando una collezione di circa 15.000 pezzi entro il 2007. È diventato un punto di riferimento per la cultura tradizionale valenciana, esponendo artefatti che vanno dalla tecnologia agricola ai materiali urbani e agli abiti tradizionali.
Il Museo Valenciano di Etnologia offre tre esposizioni permanenti che presentano una visione contemporanea della vita valenciana: La ciudad vivida. Ciudades valencianas en tránsito 1800-1940, Huerta y marjal, e Secano y montaña. Queste esposizioni coprono rispettivamente gli aspetti urbani, rurali e costieri del territorio valenciano. Sono organizzate attorno a temi di spazi abitativi, aree comuni e luoghi di lavoro, offrendo ai visitatori una comprensione completa del paesaggio culturale della regione.
L'esposizione La ciudad vivida esplora la trasformazione delle città valenziane tra il 1800 e il 1940. Utilizza uno stile museografico classico con elementi evocativi e nostalgici, presentando oggetti, fotografie e interviste di storia orale. Questa sezione occupa circa 400 metri quadrati e offre un'immersione profonda nella vita urbana durante questo periodo di trasformazione.
Huerta y marjal adotta una museografia più innovativa, concentrandosi su concetti chiave piuttosto che su una pletora di oggetti. La prima sala utilizza scenografie e fotografie per trasmettere l'importanza della huerta (terra agricola irrigata) e del marjal (zona paludosa) valenciani. La seconda sala, conosciuta come la sala degli oggetti, espone articoli legati al lavoro agricolo, alle feste, alla religione, alla pesca e alla vita domestica. Questa sezione mette in evidenza la ricca collezione del museo di strumenti e oggetti agricoli, sottolineando l'importanza della huerta nella cultura valenciana.
L'esposizione Secano y montaña segue una struttura simile, con una sala concettuale che presenta un modello in scala del territorio secco valenciano e una seconda sala dedicata agli oggetti. Questa sezione mira a far luce sulle realtà culturali e geografiche rurali spesso trascurate della campagna valenciana. Tra le esposizioni notevoli ci sono un carro carico di televisori e oggetti tradizionali sospesi dal soffitto, offrendo una prospettiva unica sulla vita rurale.
Oltre alle sue esposizioni permanenti, il museo ospita una varietà di esposizioni temporanee su temi etnologici, storici, antropologici e sociologici. Le esposizioni passate hanno trattato temi come il mondo della pelota valenciana (uno sport tradizionale), le bande musicali e la migrazione. Queste esposizioni temporanee completano quelle permanenti, offrendo nuove intuizioni e prospettive sulla cultura valenciana e oltre.
Il museo funge anche da coordinatore della Rete dei Musei Etnologici Locali, istituita dalla Diputación di Valencia. Questa rete promuove la cooperazione culturale, i servizi di consulenza e la formazione, aiutando a rompere l'isolamento dei musei locali e creando uno spazio condiviso per la comunicazione e la collaborazione.
Nel giugno 2018, il museo ha iniziato una ristrutturazione completa della sua esposizione permanente, culminata con la riapertura nel luglio 2020. La nuova esposizione, intitolata No es fàcil ser valenciana / No es fàcil ser valencià, si estende su oltre 1.500 metri quadrati e si concentra sulla cultura tradizionale e popolare valenciana recente. Curata da Joan Seguí, Asunción García e Josep Aguilar, con la collaborazione di tutto il team del museo, l'esposizione presenta più di 1.000 oggetti, tra cui un Seat 600 restaurato e un vasino per bambini di Topolino degli anni '30.
La nuova esposizione continua la tradizione del museo di esplorare tre aree principali: la Ciutat (la città), l’Horta (la huerta) e el Secà (il secco). Approfondisce la tensione tra influenze globali e locali, offrendo ai visitatori una comprensione sfumata dell'identità e della cultura valenciana.
Il Museo Valenciano di Etnologia è più di un semplice deposito di reperti; è un'istituzione culturale vibrante che invita i visitatori a esplorare e riflettere sul ricco tessuto della vita valenciana. Che tu sia un appassionato di storia, un antropologo o semplicemente un viaggiatore curioso, una visita a L'Etno promette di essere un'esperienza illuminante e arricchente.
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