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Chiesa di Sant'Agostino

Chiesa di Sant'Agostino Modugno

Chiesa di Sant'Agostino

La Chiesa di Sant'Agostino, conosciuta localmente come Chiesa di Sant'Agostino, rappresenta un esempio del ricco patrimonio storico e culturale di Modugno. Situata tra Via Tagliamento e Via Veneto, questa chiesa è passata da una modesta cappella del XVI secolo a una vivace parrocchia, incarnando secoli di devozione religiosa ed evoluzione architettonica.

La Storia di Sant'Agostino

Le origini di Sant'Agostino risalgono al XVI secolo, quando era inizialmente una cappella privata dedicata a Santa Maria delle Grazie, appartenente alla nobile famiglia Faenza. Questa cappella era situata strategicamente fuori dalle mura cittadine, in una zona conosciuta come Porta Staccata. Il 17 marzo 1591, Maria Faenza donò generosamente il terreno circostante la cappella ai Padri Agostiniani, che stabilirono la loro presenza a Modugno il 14 ottobre 1593. Questo trasferimento fu orchestrato da famiglie nobili lombarde che si erano trasferite nella regione insieme a Isabella d'Aragona e Bona Sforza.

Gli Agostiniani, seguendo la regola di Sant'Agostino, sostituirono i Domenicani nella vita religiosa di Modugno. Questo cambiamento fu segnato dalla sostituzione del santo patrono della città, da San Pietro Martire, un frate domenicano, a San Nicola da Tolentino, un frate agostiniano. Il 18 marzo 1618, il Vescovo Pietro Pitar di Mileto consacrò la nuova chiesa, che incorporava l'originaria cappella Faenza ed era annessa al convento agostiniano.

Tuttavia, il XIX secolo portò cambiamenti significativi. Il 13 febbraio 1807, in seguito a una legge promulgata dal re Giuseppe Bonaparte di Napoli, la cappella e il convento furono trasferiti al demanio reale e successivamente al Comune di Modugno. Nel 1820, la proprietà fu affidata all'organizzazione caritatevole Sacro Monte di Pietà per istituire un ospedale, portando al graduale declino della chiesa.

Verso la metà del XX secolo, l'arcivescovo Marcello Mimmi cercò di creare una nuova parrocchia a Modugno. Nonostante i primi ostacoli, il complesso abbandonato fu finalmente ceduto al Capitolo Arcivescovile nel 1950, che lo restaurò e istituì la Parrocchia di Sant'Agostino il 2 dicembre 1950, con Don Biagio Trentadue come primo parroco. Il restauro, completato nel 1967, trasformò sia la facciata che l'interno, inclusa la conversione della cappella della Madonna delle Grazie in una sacrestia.

Esplorando Sant'Agostino

I visitatori di Sant'Agostino sono accolti da una facciata che parla della sua importanza storica. Il portale rettangolare in legno, con l'iscrizione dell'anno 1858, è sormontato da un timpano triangolare con un bassorilievo della Madonna delle Grazie con il Bambino e la data 1609. L'architrave mostra gli stemmi di Modugno e della famiglia Faenza, un bassorilievo di Sant'Agostino e un'iscrizione latina: AUGUSTINUS LUX DOCTORUM – FIRMAMENTUM ECCLESIE (Agostino, luce dei dottori – pilastro della chiesa). Sopra questo complesso architettonico si trova un busto di Ecce Homo in una piccola nicchia con volta a conchiglia.

La facciata è ulteriormente adornata con una grande finestra rettangolare incorniciata da bande di fogliame riccamente decorate, realizzate dagli artigiani locali Giovanni Colella e Tonno de Attolico, e dagli artigiani di Altamura Stefano de Piscioia e Scipione Cagnazzi. Alla sinistra dell'edificio si erge un campanile con doppio arco, e alla sinistra dell'ingresso della chiesa si può intravedere il chiostro dell'ex convento.

L'Interno di Sant'Agostino

L'interno della chiesa è a navata unica con soffitto a volta a botte. Sul lato destro si trovano quattro cappelle nobiliari, mentre sul lato sinistro ci sono quattro grandi archi. L'interno è riccamente decorato con stucchi raffiguranti vari motivi vegetali e angelici, creati nel 1721 dall'artista napoletano Maurizio D'Alesio. Il coro e la struttura dell'organo, risalenti al XVIII secolo, aggiungono alla grandiosità della chiesa.

La prima cappella, sotto il patronato della famiglia Stella, è dedicata a San Nicola da Tolentino e ospita una statua lignea realizzata nel 1785 dallo scultore andriese Arcangelo Spirdicchio. L'altare barocco in stile leccese, commissionato nel 1716 da Giuseppe Stella, è adornato con colonne tortili e cherubini, creati dall'artista leccese Pasquale Simone.

La seconda cappella, originariamente dedicata alla Natività di Gesù dalla famiglia Scarli, è ora dedicata alla Madonna di Lourdes, con una grotta contenente una piccola statua della Madonna di Lourdes, realizzata da Fedele Marrano di Giovinazzo nel 1954. La terza cappella, sotto il patronato della famiglia Scura, era dedicata alla Pietà, con pareti adornate con dipinti di San Francesco di Paola, commissionati nel 1707 dalla famiglia Risotti.

La quarta cappella, originariamente dedicata alla Madonna delle Grazie e prima cappella del XVI secolo appartenente alla famiglia Faenza, fu trasformata in sacrestia durante la ristrutturazione degli anni '50. Sul lato sinistro, i quattro archi contengono varie opere d'arte, tra cui un crocifisso ligneo, lo stemma della famiglia Grandi, un dipinto in stile bizantino del XVIII secolo della Madonna del Carmelo, lo stemma della famiglia Scura, un altare ligneo dorato dedicato al Sacro Cuore, un dipinto del XVI secolo di Sant'Agostino e un dipinto del XVII secolo di San Carlo Borromeo.

L'Organo e la Cantoria

Dietro l'altare maggiore, il coro ospita un organo positivo napoletano costruito nel 1718 e restaurato nel 2003 dall'organaro Nicola Canosa. Questo strumento a trasmissione meccanica presenta una tastiera di 45 tasti con ottava corta e una pedaliera di otto pedali senza registri propri, costantemente accoppiata alla tastiera.

In conclusione, Sant'Agostino a Modugno non è solo un luogo di culto; è un museo vivente di arte, storia e fede. Le sue mura raccontano le storie di famiglie nobili, ordini religiosi e della devozione incrollabile della comunità, rendendolo una tappa imperdibile per chiunque esplori il ricco patrimonio culturale di Modugno.

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