Nel cuore di Napoli, in Italia, si trova una delle piazze più maestose e ricche di storia del paese: Piazza del Plebiscito. Questo vasto spazio aperto, che copre circa 25.000 metri quadrati, è un punto focale della vita, cultura e storia napoletana. È un luogo dove il passato e il presente si fondono armoniosamente, offrendo ai visitatori uno sguardo unico nell'anima vibrante di Napoli.
La storia di Piazza del Plebiscito risale alla metà del XVI secolo, quando era inizialmente conosciuta come Largo di Santo Loise. Questa prima versione della piazza nacque in seguito alla costruzione di un palazzo vicereale commissionato da Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga. Gli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa si occuparono di espropriare terreni dai conventi vicini per creare uno spazio aperto e una strada di fronte alla Chiesa di Santo Loise.
La trasformazione nella grande piazza che conosciamo oggi iniziò con la costruzione del Palazzo Reale di Napoli, progettato da Domenico Fontana. La visione di Fontana era di orientare la nuova residenza vicereale lontano dalla trafficata Via Toledo verso uno spazio aperto appena livellato, creando così uno sfondo architettonico drammatico. Questa decisione non solo fornì un ambiente magnifico per il Palazzo Reale, ma colmò anche il divario tra lo spazio chiuso della città vecchia e la marina aperta.
Durante i periodi vicereale e borbonico, la piazza, allora conosciuta come Largo di Palazzo, divenne il centro vitale della città e un'importante area pubblica. Nonostante la sua importanza, la piazza mancava di un design urbano coerente e i successivi viceré si concentrarono su miglioramenti architettonici temporanei piuttosto che su un piano complessivo. Tra le aggiunte notevoli vi erano una maestosa fontana a tre archi e un colossale busto di Giove, noto come il Gigante di Palazzo, creato da Pietro Bernini e Michelangelo Naccherino.
La piazza ospitava spesso elaborate decorazioni per eventi reali, come raffigurato nelle incisioni di Nicolas Perrey. Tuttavia, interventi architettonici significativi non si verificarono fino alla fine del XVIII secolo con la costruzione del Palazzo per i Ministri dello Stato Borbonico, progettato da Francesco Sicuro, che portò a una nuova disposizione stradale e a sostanziali cambiamenti urbani.
La trasformazione più drammatica della piazza avvenne all'inizio del XIX secolo durante l'era napoleonica. Il re Gioacchino Murat, ispirato dai progetti di rinnovamento urbano che attraversavano la Francia e l'Europa dell'Illuminismo, cercò di sostituire lo spazio aperto irregolare con una piazza geometricamente definita. La sua visione mirava a infondere nuova vita in uno dei punti focali di Napoli, situato di fronte al Palazzo Reale.
Il piano di Murat prevedeva la creazione di una piazza monumentale con elementi architettonici contrastanti, fiancheggiata da strutture neutre. La legge del 1809 che ordinava la soppressione dei monasteri nel Regno di Napoli ampliò significativamente l'area della piazza da 9.000 a oltre 23.000 metri quadrati. Questa espansione permise a Murat di iniziare la costruzione della Grande e Pubblica Piazza, nota come Foro Gioacchino, sotto la direzione dell'architetto napoletano Leopoldo Laperuta, assistito da Antonio De Simone.
Con la restaurazione della monarchia borbonica, il re Ferdinando IV interruppe i piani di Murat e invece avviò la costruzione di una chiesa cristiana dedicata a San Francesco di Paola, come voto per la restaurazione della corona borbonica. La chiesa, progettata dall'architetto Pietro Bianchi, presentava un portico semicircolare e statue di Carlo e Ferdinando di Borbone, scolpite da Antonio Canova. La risultante Piazza Ferdinandea, o Piazza di San Francesco di Paola, fu inaugurata nel 1846, preservando il design generale della piazza e i palazzi gemelli.
In seguito al plebiscito del 21 ottobre 1860, che decretò l'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia, la piazza fu rinominata Piazza del Plebiscito. Nel 1885, una fontana monumentale progettata da Federico Travaglini fu installata al centro della piazza per celebrare l'inaugurazione del nuovo acquedotto del Serino. Sebbene la fontana fosse successivamente smantellata, una replica fu brevemente reinstallata nel 1985 per il centenario dell'acquedotto.
Nel 1963, un'ordinanza municipale trasformò la piazza in un parcheggio pubblico per accogliere il crescente numero di automobili della città. Questa disposizione rimase fino al 1994, quando l'amministrazione Bassolino restaurò la dignità della piazza sostituendo l'asfalto con pietre tradizionali e pedonalizzando l'area in preparazione del vertice G7.
Oggi, Piazza del Plebiscito serve come un vivace palcoscenico per grandi eventi, dai raduni politici ai concerti musicali, dalle cerimonie nazionali ai funerali pubblici. Dal 1995 al 2009, installazioni d'arte contemporanea adornavano spesso la piazza durante la stagione natalizia, con opere di artisti come Mimmo Paladino, Richard Serra, Rebecca Horn e Luciano Fabro.
Che tu sia un appassionato di storia, un amante dell'arte o semplicemente un viaggiatore curioso, Piazza del Plebiscito offre un affascinante viaggio attraverso gli strati della ricca storia e del dinamico presente di Napoli. La sua grandiosa architettura, il significato storico e l'atmosfera vivace la rendono una destinazione imperdibile in questa incantevole città.
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