Santa Maria dell'Alto, conosciuta localmente come Chiesa di Santa Maria dell'Alto, si erge con fierezza nella pittoresca cittadina di Paternò, in Italia. Questa magnifica chiesa, situata su una collina, non è solo un luogo di culto, ma anche una testimonianza della ricca storia e dell'evoluzione architettonica della regione. Con una storia che si estende per quasi un millennio, è una meta imperdibile sia per gli appassionati di storia che per i turisti occasionali.
Le origini di Santa Maria dell'Alto risalgono al 1072, durante il periodo normanno, quando fu costruita sui resti di una chiesa bizantina. Fonti storiche suggeriscono che, prima dell'era bizantina, su questo stesso sito sorgeva un tempio pagano dedicato alla dea Ibla. La chiesa fu fondata dal Gran Conte Ruggero I di Sicilia e inizialmente chiamata Santa Maria del Signore. Divenne presto la patrona di Paternò e fu esentata dalla giurisdizione della Chiesa di Catania grazie a un diploma concesso da Angerio da Sant'Eufemia, il Vescovo di Catania, il 30 settembre 1114.
Sotto il regno di Re Ruggero II di Sicilia, figlio del Gran Conte, la chiesa fu elevata al rango di basilica e chiesa reale con un diploma datato 15 gennaio 1130. Dopo la morte del Gran Conte Ruggero nel 1101, la chiesa, insieme ad altre proprietà, fu donata all'Ordine di Santa Maria di Valle Josaphat. Questo atto fu ratificato da una bolla papale emessa da Papa Innocenzo II il 18 maggio 1140, confermando il priorato alla chiesa di Valle di Josaphat.
Durante il periodo aragonese, la Regina Eleonora d'Angiò concesse alla chiesa l'extraterritorialità, offrendo diritto d'asilo a chi lo cercava. Nel 1342, sotto la cura dell'arciprete Michele Caropepe, la chiesa subì vari interventi, come testimoniato da un'iscrizione conservata sopra l'ingresso dell'antica canonica. Il XV secolo vide ulteriori ristrutturazioni e la decorazione dell'interno della chiesa.
Nel XVIII secolo, l'orientamento della chiesa fu cambiato per rivolgersi verso la città, riflettendo lo spostamento della popolazione cittadina verso la pianura orientale sottostante. Originariamente, le absidi erano rivolte verso la città e la facciata principale verso la Valle del Simeto. Questa riorientazione, probabilmente completata nel 1690, segnò una trasformazione significativa, soprattutto dopo il terremoto del 1693, che richiese una ricostruzione completa in stile barocco.
Santa Maria dell'Alto vanta una pianta basilicale con tre navate, divise da due lunghe file di robusti pilastri in pietra lavica esposta. Questi pilastri sostengono archi a tutto sesto, anch'essi in pietra lavica, sormontati da una cornice toscana. Il tetto a capriate in legno originale fu sostituito nel XVIII secolo da una lunga volta in muratura. Alcune delle capriate originali sono ancora esposte nel corridoio adiacente alla sacrestia.
L'interno della chiesa è un mix di vari stili architettonici, dalla severa pietra lavica della colonnata agli elementi barocchi e neoclassici. Le navate laterali ospitano numerosi altari adornati con grandi tele, alcune delle quali sono state rubate nel corso degli anni. Opere d'arte notevoli includono La Madonna con le Anime del Purgatorio, Santa Barbara con i Santi Lucia e Agata, Il Martirio di San Vincenzo e San Lorenzo. La navata destra si conclude con la Cappella del Crocifisso, che presenta una scultura lignea del XVII secolo circondata da un grande reliquiario barocco. Un antico pulpito in stile barocco, finemente intagliato e dipinto in bianco e oro, adorna anche questa navata.
La navata sinistra contiene dipinti della Madonna del Riparo, San Pietro in Cattedra e L'Angelo Custode. La cappella alla fine di questa navata è dedicata al Sacramento ed è arricchita da un altare in marmo intarsiato sormontato da un tabernacolo intarsiato. Una statua di San Vincenzo Martire, risalente al 1500, è anche esposta nella chiesa. I pavimenti colorati in ceramica delle navate laterali aggiungono all'attrattiva estetica della chiesa.
La grande e imponente facciata di Santa Maria dell'Alto, completata alla fine del XVIII secolo in stile neoclassico, presenta un ingresso centrale fiancheggiato da due finestre quadrate e una finestra rettangolare sopra. Questa finestra è ulteriormente affiancata da due campanili su ciascun lato. La parte posteriore dell'edificio, che guarda verso il cimitero, porta ancora tracce della facciata medievale originale.
L'altare maggiore, elevato sopra una scala in pietra lavica, ospita un pannello bizantino della Madonna Nera con il Bambino, incastonato in una cornice lignea finemente intagliata e dorata. Il coro ligneo barocco, risalente intorno al 1650, completa l'arredo del presbiterio.
Una porta laterale conduce alla sacrestia, che un tempo serviva da sala capitolare. Questa stanza è circondata da mobili in legno del XVIII secolo, dove si riunivano i numerosi canonici della Matrice, o i sacerdoti che facevano parte del Capitolo Collegiale.
Santa Maria dell'Alto non è solo una chiesa; è una cronaca vivente della storia di Paternò, riflettendo l'evoluzione della città attraverso i secoli. Le sue mura risuonano delle storie di epoche passate, rendendola una destinazione imperdibile per chiunque visiti questa pittoresca cittadina siciliana.
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