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Chiesa di San Sisto

Chiesa di San Sisto Piacenza

Chiesa di San Sisto

San Sisto, conosciuta localmente come Chiesa di San Sisto, è una affascinante chiesa cattolica situata nel cuore di Piacenza, Italia. Questa straordinaria struttura è ricca di storia, splendore architettonico e significato religioso, rendendola una tappa obbligata per chiunque esplori la regione.

La Storia di San Sisto

Le origini di San Sisto risalgono all'874 d.C., quando fu fondata insieme a un monastero benedettino dall'imperatrice Engelberga d'Alsazia, moglie dell'imperatore Ludovico II. L'imperatrice, sfruttando la sua influenza, assicurò varie proprietà terriere e diritti d'acqua per il nascente monastero. Il complesso inizialmente includeva una chiesa dedicata al Cristo Risorto e ai Dodici Apostoli, oltre a un ospizio. Engelberga stessa prese un interesse personale nel monastero, diventandone badessa nell'882 e acquisendo diverse reliquie, tra cui quelle di Santa Barbara di Nicomedia, che favorirono una speciale devozione locale.

Engelberga morì nell'889 e fu sepolta all'interno della chiesa. Curiosamente, questo monastero fu il primo a essere fondato all'interno delle mura della città di Piacenza, piuttosto che fuori vicino alle porte della città. Fu anche posto sotto la giurisdizione della Diocesi di Milano per garantire la massima autonomia dalla gerarchia ecclesiastica piacentina.

Nel corso degli anni, sia la chiesa che il monastero fiorirono, guadagnando un significativo potere economico e politico. Questa prominenza portò a varie dispute, culminate nel 1112 quando Matilde di Canossa intervenne, risultando nella concessione del monastero ai monaci benedettini. Gli anni successivi videro frequenti alternanze tra la leadership benedettina maschile e femminile fino al 1129, quando fu definitivamente affidato all'ordine maschile della comunità di San Roberto di La Chaise-Dieu.

Nonostante il mantenimento di molti privilegi, i monaci inizialmente persero una parte significativa dei loro territori, che furono gradualmente recuperati sotto la guida dell'abate Gandolfo dopo il 1185. Tuttavia, dopo il suo mandato, San Sisto sperimentò un periodo di declino e cadde sotto il controllo dei Conti di Lavagna. Nel 1285, Papa Alessandro IV ordinò ai monaci di lasciare il monastero, sostituendoli con le Suore di Santa Chiara, che in seguito divennero le Suore di San Sisto e San Francesco.

I monaci alla fine ripresero il controllo, accettando di trasformare il monastero in un'abbazia commendataria guidata da un abate perpetuo o commendatario. Questo accordo persistette fino al 1425, quando i benedettini osservanti della Congregazione di Santa Giustina di Padova presero il controllo. Essi avviarono ampi lavori di ricostruzione, culminati alla fine del XV secolo con la ricostruzione della chiesa, supervisionata dall'architetto piacentino Alessio Tramello. Fu durante questo periodo che la Madonna Sistina di Raffaello fu ospitata nella chiesa. L'edificio fu consacrato nel 1514, sebbene la costruzione continuasse, con la facciata completata alla fine del XVI secolo.

San Sisto aveva un significato speciale per la duchessa Margherita d'Austria, moglie del Duca di Parma e Piacenza, Ottavio Farnese. Fu sepolta nella chiesa dopo la sua morte. A metà del XVIII secolo, un'inondazione danneggiò molte delle terre del monastero, rendendo necessaria la vendita della Madonna Sistina ad Augusto III di Sassonia per finanziare le riparazioni. I monaci benedettini mantennero la chiesa fino al 1809, quando Napoleone li espulse e confiscò le loro ricchezze. Mentre il convento fu riutilizzato come caserma, la chiesa rimase in uso, diventando sede parrocchiale nel 1813 sotto Papa Pio VII.

Esplorare San Sisto

I visitatori entrano nel complesso attraverso un portale del 1622 su Via San Sisto, che si apre su un chiostro triportico costruito nel 1576. Il portico, con archi sostenuti da esili colonne di marmo con capitelli ionici, crea un preludio sereno alla grandiosa facciata della chiesa.

La facciata, completata nel 1591, è divisa in due ordini da cornici orizzontali. L'ordine superiore presenta lesene scanalate sormontate da maschere di pietra, mentre l'ordine inferiore è adornato con semicolonne su alte basi, che sostengono un'architrave. Il portale centrale, fiancheggiato da ingressi più piccoli, è incorniciato da colonne di marmo bianco e un frontone curvo con uno scudo araldico con la scritta PAX. Sopra la porta principale, una nicchia ospita una statua di San Sisto, con statue di San Benedetto e San Germano nelle nicchie superiori.

L'Interno di San Sisto

All'interno, San Sisto vanta una pianta a croce latina con tre navate separate da colonne di granito. La volta a botte centrale e i transetti a doppia cupola sostituiscono la tradizionale torre lanterna. L'intersezione dei transetti presenta una cupola con una galleria adornata con sculture in terracotta dei Santi Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno.

La cupola del transetto d'ingresso presenta affreschi delle Sibille di Bernardino Zacchetti, completati nel 1517. La navata sinistra include una pala d'altare del XVII secolo di Giuseppe Nuvolone, affreschi di Antonio Campi e opere di Alessandro Mazzola e Giovanni Battista Tagliasacchi. La navata destra presenta una Madonna con Bambino e Santi di Sebastiano Novelli. Il secondo transetto ospita il mausoleo della duchessa Margherita d'Austria, progettato da Simone Moschino, e un Martirio di Santa Barbara di Jacopo Palma il Giovane.

Adiacenti al presbiterio ci sono cappelle con tele del XVIII secolo di Angelo Borroni e Giovanni Battista Pittoni. Il presbiterio stesso, ampliato alla fine del XVI secolo, contiene un organo Facchetti del 1545, il più antico di Piacenza, e un altare con dettagli intricati.

San Sisto non è solo una chiesa, ma una testimonianza di secoli di evoluzione religiosa, politica e artistica. La sua ricca storia e la bellezza architettonica offrono un viaggio affascinante nel tempo per ogni visitatore.

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