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Palazzo del Capitano del Popolo

Palazzo del Capitano del Popolo Reggio Emilia

Palazzo del Capitano del Popolo

Il Palazzo del Capitano del Popolo, situato nel cuore di Reggio Emilia, è un magnifico esempio di architettura gotica della seconda metà del XIII secolo. Questo edificio di grande rilevanza storica, situato nella vivace Piazza del Monte, offre uno sguardo affascinante sulla ricca storia culturale e politica della regione.

La Storia del Palazzo del Capitano del Popolo

Le origini del Palazzo del Capitano del Popolo risalgono a un periodo turbolento dopo la morte della Contessa Matilde di Canossa nel 1115. Fu istituito il libero comune di Reggio e, con esso, la nuova carica di Capitano del Popolo, un ruolo fondamentale per la governance e la protezione della città. Questo edificio, intitolato al Capitano, divenne un centro di cultura e ospitalità.

Nel 1280, la città acquistò due case adiacenti al Palazzo del Monte, residenza del Podestà. Queste case furono demolite per fare spazio alla nuova residenza del Capitano del Popolo. I due edifici furono collegati da ponti, formando un unico complesso adatto a scopi difensivi. I compiti del Capitano del Popolo includevano la supervisione della sicurezza della città, la gestione delle relazioni diplomatiche, l'amministrazione della giustizia, il comando della milizia e la nomina di saggi per redigere gli Statuti del Popolo. Tuttavia, la carica fu abolita nel 1326 quando la città cadde sotto il dominio della famiglia Gonzaga.

Nel corso dei secoli, il Palazzo del Capitano del Popolo ha svolto vari ruoli. Ha ospitato il fattore ducale per lungo tempo e ha funzionato brevemente come zecca locale all'inizio del XVI secolo. Nel 1461, il palazzo fu parzialmente restaurato per ospitare la Duchessa Bianca Maria Visconti, moglie di Francesco I Sforza. Ulteriori restauri furono effettuati tra il 1461 e il 1473, quando il palazzo divenne la residenza del Marchese Sigismondo I d'Este, luogotenente della città. Tuttavia, l'edificio cadde in disuso negli anni successivi, e sotto il portico che si affacciava sulla piazza si svilupparono mercati di foraggio, grano e pesce.

Restauri e Trasformazioni

Il deterioramento del palazzo preoccupava la città, ma le risorse finanziarie limitate impedivano interventi diretti. Di conseguenza, l'edificio fu affittato ai fratelli Balburelli per sei ducati d'oro all'anno, con la condizione che effettuassero le necessarie riparazioni. I Balburelli trasformarono il palazzo in una grande locanda chiamata Osteria del Cappello Rosso, distinguibile per un'insegna di ferro a forma di cappello dipinta di rosso.

Nel 1915, il collegamento con il Palazzo del Monte, noto come Portico delle Biade, fu demolito. Quello stesso anno, Guido Tirelli fu incaricato di restaurare la facciata sud che si affacciava su Piazza del Duomo in stile neorinascimentale, così come parti della facciata ovest, già restaurata in stile neoclassico da Pietro Marchelli nel 1829.

Nel corso degli anni, il palazzo ha subito numerosi interventi parziali. Intonaci e pitture coprivano tracce della costruzione originale. Nel 1928, l'allora proprietario, Eugenio Terracchini, supportato dal figlio Paolo, decise di intraprendere un restauro completo dell'edificio. Il progetto dell'architetto Guido Tirelli includeva il completamento della facciata nord e metà della facciata ovest in stile neorinascimentale, insieme alla costruzione di una torre eclettica faraonica, che sarebbe diventata la struttura più alta del centro storico. La scoperta di caratteristiche medievali durante il restauro prometteva di arricchire significativamente la storia della città.

Tuttavia, sorse un conflitto tra la Soprintendenza, rappresentata da Luigi Corsini e Otello Siliprandi, e il Podestà Giuseppe Menada riguardo alla continuazione del progetto eclettico di Tirelli. I lavori furono sospesi fino a quando un articolo del Ministro dell'Istruzione Giuseppe Belluzzo, su impulso di Benito Mussolini, apparve sul giornale locale Il Solco Fascista nel settembre 1928, sostenendo la continuazione del progetto. Il restauro fu completato nel 1931, e il palazzo fu definitivamente integrato nella memoria della città.

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L'Interno del Palazzo

All'interno del palazzo, i visitatori possono ammirare una Madonna con Bambino dipinta con abiti scuri e un velo bianco con dorature, risalente agli inizi del XV secolo. Le pareti dell'ingresso mostrano frammenti degli stemmi dei Capitani del Popolo, parzialmente sovrapposti poiché ogni nuovo Capitano faceva dipingere il proprio stemma (un totale di 96 Capitani). Nella sala prima del salone, c'è un prezioso affresco del XIV secolo della scuola emiliana che raffigura San Girolamo.

L'esterno del palazzo è adornato con interessanti stemmi dei primi Capitani del Popolo e il sigillo della Società del Popolo e delle Arti di Reggio, segnando l'inizio della sua storia. Una finestra doppia particolarmente affascinante e bella con fini decorazioni adorna la facciata che si affaccia su Via Emilia.

Il Palazzo del Capitano del Popolo è una testimonianza della ricca storia e del patrimonio architettonico di Reggio Emilia. Le sue mura raccontano storie di intrighi politici, evoluzione culturale e realizzazioni artistiche, rendendolo una destinazione imperdibile per chiunque esplori questa affascinante città italiana.

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