Nel cuore di Terracina, Italia, si erge il magnifico Santissimo Salvatore, un capolavoro neoclassico che attira i visitatori con la sua maestosità e il suo significato storico. Conosciuta localmente come Chiesa del Santissimo Salvatore, questa chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche una testimonianza del ricco patrimonio culturale e architettonico della regione. Aperta al culto nel 1843, rimane uno dei punti di riferimento più amati per gli abitanti di Terracina.
La storia del Santissimo Salvatore inizia alla fine del XVIII secolo, durante il periodo neoclassico. Il progetto iniziale fu concepito verso la fine di questa era, ma la costruzione subì numerosi ritardi a causa del clima politico turbolento dell'epoca, inclusi i tumulti napoleonici che attraversarono l'Europa. Nonostante queste sfide, le strutture principali della chiesa furono completate entro il 1845, come orgogliosamente inciso sul frontone del suo grande portico colonnato.
Papa Pio VII, che regnò dal 1800 al 1823, giocò un ruolo cruciale nel rispondere ai bisogni spirituali del quartiere Marina, istituendo la Parrocchia di Santa Maria di Porto Salvo nel 1804. Fu solo nel 1831 che la costruzione della nuova chiesa, Santissimo Salvatore, iniziò finalmente.
Il genio architettonico dietro il Santissimo Salvatore è Antonio Sarti, un giovane urbanista e professore all'Accademia di San Luca. Sarti, originario di Budrio, fu incaricato di progettare la chiesa nel 1830. Il suo design vinse una medaglia d'oro all'Esposizione Universale del 1864 a Londra, consolidando la sua reputazione come uno dei principali architetti neoclassici d'Italia.
La visione di Sarti per la chiesa includeva un magnifico pronao, o portico, che è ora una delle sue caratteristiche più ammirate. Il portico, con le sue maestose colonne, fu progettato per creare un senso di grandezza e riverenza. L'esecuzione fedele del design di Sarti fu portata a termine dall'architetto Luigi Mollari, che supervisionò anche la sistemazione finale dell'Esedra, ora conosciuta come Piazza Garibaldi.
La costruzione del Santissimo Salvatore durò circa quindici anni, coprendo l'intero pontificato di Papa Gregorio XVI (1831-1846). Il 1 maggio 1843, Papa Gregorio XVI visitò Terracina per la seconda volta per inaugurare le nuove strutture portuali. La chiesa, sebbene ancora incompleta, ebbe l'onore di ospitare una Messa celebrata dal Papa stesso su un grande altare di legno preparato frettolosamente dai carpentieri locali in una sola notte.
Questo altare di legno, nonostante la sua natura temporanea, aveva un significativo valore storico. Fu accuratamente conservato e artisticamente realizzato, trovando infine posto nella Cappella della Pietà, nota anche come la cappella mortuaria. Purtroppo, l'altare fu perso durante la Seconda Guerra Mondiale, quando crollò sotto il peso dei sacchi di sabbia usati per proteggere la statua della Pietà.
Nei documenti pubblici e privati, il Santissimo Salvatore è spesso chiamato la Nuova Chiesa o la Grande Chiesa. La dedica della chiesa al Salvatore è ben visibile all'esterno con l'iscrizione DEO SALVATORI.
Originariamente, la chiesa era dedicata a San Pio V, in onore di Papa Pio VI, il fondatore della Nuova Terracina. Il compito di progettare il nuovo edificio sacro fu inizialmente affidato al rinomato architetto romano Giuseppe Valadier, noto per il suo lavoro su Piazza del Popolo a Roma e i Giardini del Pincio. Il progetto di Valadier includeva la costruzione della chiesa e di un convento adiacente per promuovere le vocazioni sacerdotali e fornire istruzione ai giovani di Terracina.
Tuttavia, i Domenicani, che dovevano sovrintendere al convento, alla fine abbandonarono il progetto a causa di fondi insufficienti e della riapertura del vecchio Convento di San Domenico a Terracina. Con il ritiro dei Domenicani, la visione architettonica compatta di Valadier, che includeva una facciata unificata per la chiesa e il convento, non fu mai realizzata.
La costruzione del Santissimo Salvatore faceva parte di una grande visione per la rivitalizzazione di Terracina. Le dimensioni della chiesa sono impressionanti, con l'asse principale che misura circa 80 metri di lunghezza, 30 metri di larghezza e una superficie totale di oltre 2.000 metri quadrati, comprese le cappelle. Questo grande tempio, immaginato da Papa Pio VI, doveva essere un elemento centrale nella rinascita di Terracina.
Tragicamente, Papa Pio VI non visse abbastanza per vedere le fondamenta della chiesa posate. Il suo pontificato terminò drammaticamente quando fu fatto prigioniero da Napoleone e morì in Francia il 29 agosto 1799. Una targa sul pilastro sinistro del transetto dell'altare maggiore commemora la conclusione toccante del papato di Pio VI e la costruzione non realizzata della chiesa.
Oggi, il Santissimo Salvatore si erge come simbolo di resilienza e fede, una testimonianza dello spirito duraturo di Terracina. La sua bellezza neoclassica, il significato storico e la brillantezza architettonica lo rendono una destinazione imperdibile per chiunque esplori questa affascinante città italiana.
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