Ponte Azzone Visconti, noto anche come Ponte Vecchio, è uno dei simboli più rappresentativi della pittoresca città di Lecco, situata nella regione della Lombardia in Italia. Questo ponte storico, che attraversa il fiume Adda, fu costruito tra il 1336 e il 1338 su commissione di Azzone Visconti, Signore di Milano. Il suo scopo principale era migliorare la connettività tra Lecco e il Ducato di Milano. Nel corso dei secoli, il ponte ha subito numerose modifiche, ma rimane una testimonianza dell'ingegneria militare del suo tempo ed è persino menzionato nel celebre romanzo di Alessandro Manzoni.
La costruzione iniziale del Ponte Azzone Visconti fu una mossa strategica dopo la conquista di Lecco nel 1335. Completato appena un anno prima della morte di Azzone Visconti nel 1339, il ponte collegava per la prima volta nella storia le rive destra e sinistra del fiume Adda attraverso una via terrestre. Originariamente dotato di cannoni e bombarde, il ponte serviva come un importante punto di controllo militare, regolando il flusso di persone e merci verso Lecco e garantendone la protezione.
Nel XVII secolo, il ponte svolse anche un ruolo significativo nell'imposizione di tasse sui materiali in transito, con un consorzio di nobili proprietari e il monastero benedettino che gestivano i pedaggi. La struttura difensiva includeva due torri fortificate con rivellini a ciascuna estremità, tre ponti levatoi, una piccola fortezza, una colombaia per piccioni viaggiatori e una torre centrale. Sul lato di Lecco, sono ancora visibili i resti della torre meridionale, separata dalla terraferma da un canale. Inizialmente, il ponte aveva solo otto archi semicircolari.
Nel corso dei decenni, la struttura e l'aspetto del ponte si sono evoluti a causa di vari eventi nel Nord Italia. Pochi anni dopo il suo completamento, furono aggiunti due archi per motivi di dinamica dei fluidi, portando il totale a undici nel XV secolo. Un'illustrazione del 1529 che raffigura il ponte con queste fortificazioni è esposta al Castello di Melegnano.
Tra il XIV e il XV secolo, Ponte Azzone Visconti fu teatro di numerose battaglie che coinvolsero figure illustri come Niccolò Piccinino, Francesco Bussone e Bartolomeo Colleoni. Nonostante le sue fortificazioni militari, il ponte subì danni significativi a causa dei frequenti cambi di dominio straniero e dell'importanza strategica di Lecco. L'assedio di Lecco del 1531, guidato da Medeghino, lasciò la struttura gravemente danneggiata.
Nel 1609, gli spagnoli, sotto Pedro Enríquez d'Azevedo y Toledo, intrapresero lavori di restauro, solo per vedere il ponte danneggiato nuovamente durante le guerre napoleoniche del 1799-1800. Gli ultimi due archi occidentali furono accidentalmente distrutti, insieme a qualche torre di guardia e un rivellino. La presenza di una guarnigione di circa venti uomini armati e un castellano durante questi conflitti è ben documentata. Le pietre del ponte testimoniano le invasioni dei lanzichenecchi, che portarono la peste a Lecco, immortalata da Manzoni nelle sue opere.
Il XVIII secolo vide continui conflitti e guerre di successione in Europa continentale, con l'Italia come territorio conteso tra vari sovrani stranieri. Dopo il declino del dominio spagnolo, la lotta si spostò tra Austria, Russia e Francia. Con l'ascesa dell'influenza napoleonica, l'area di Lecco cadde sotto la neonata Repubblica Cisalpina. Il ponte divenne un campo di battaglia durante la Battaglia di Lecco del 1799. Le forze austro-russe marciarono da Cisano Bergamasco a Lecco, dove le truppe francesi furono assediate. I francesi, consapevoli della forza del nemico, distrussero tutti i ponti da Olginate a Cassano, tranne il Ponte Azzone Visconti, che permise alle forze austro-russe di attraversare il lago e impegnarsi in una battaglia di tre giorni, causando numerose vittime.
A causa del fiume Adda, unico sbocco del Lago di Como, il ponte era considerato un collo di bottiglia dagli abitanti di Como, causando frequenti inondazioni nella loro città. Per affrontare questo problema, fu aggiunto un nono arco nel 1354, seguito da un decimo arco ottant'anni dopo. Nel 1440, Francesco Sforza, primo Duca di Milano, aumentò il numero di archi a undici. Il materiale scavato fu depositato nell'area meridionale del ponte, formando la zona del Lazzaretto. Si ritiene che questo materiale sia stato utilizzato per creare l'Isola Visconti, un isolotto artificiale vicino al ponte, con la prima documentazione risalente al 1723.
Le fortificazioni agli ingressi del ponte furono demolite nel 1832 per consentire miglioramenti stradali, e le spalle furono rimosse nel 1910 per la linea tranviaria da Como, alterando l'aspetto originale del ponte. Durante i lavori di espansione del 1959, fu scoperta una scala all'interno di uno degli archi, permettendo al Castellano di raggiungere direttamente la riva del fiume dalla sua residenza e salire su una barca se necessario.
Il ponte, inizialmente noto come Ponte Grande, sopravvisse alle guerre del Risorgimento e alle due guerre mondiali del XX secolo. Negli anni '50, furono aggiunti due passerelle pedonali a sbalzo, che furono rimosse nel 2014 durante lavori di manutenzione urgente che includevano l'installazione di nuove barriere protettive. Nel 2015, l'Università Politecnica di Milano condusse indagini sulla capacità strutturale e prelevò campioni di carote. Contemporaneamente, iniziarono studi e analisi sul recupero e la valorizzazione culturale del patrimonio architettonico esistente, inclusa una nuova illuminazione, poiché il viadotto è considerato uno degli elementi storicamente più significativi della comunità di Lecco.
Fino al 2015, il ponte consentiva il traffico veicolare a doppio senso, ma il modello di traffico è stato modificato, ed è ora designato come percorso pedonale e ciclabile, con accesso alternato ai veicoli a motore (entrata al mattino e uscita da Lecco nel pomeriggio). Alla fine del 2017, il ponte ha subito una pulizia estensiva e un miglioramento artistico, inclusa una revisione completa del sistema di illuminazione. Dopo aver liberato i piloni dagli arbusti cresciuti spontaneamente, sono stati installati nuovi collegamenti dei condotti senza influire sulla struttura storica, consentendo una riorganizzazione completa. Successivamente, sono stati installati quattro supporti laterali per sostenere i nuovi pali di illuminazione.
Oggi, Ponte Azzone Visconti rappresenta un simbolo della ricca storia e resilienza di Lecco, offrendo ai visitatori uno sguardo sul passato e servendo come parte vitale dell'infrastruttura della città. Che tu sia un appassionato di storia o semplicemente desideri goderti le viste pittoresche, una visita a questo ponte straordinario è un must quando esplori Lecco.
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