Il Cisternone, noto anche come Gran Conserva, è un notevole esempio di architettura neoclassica a Livorno, Italia. Questo monumentale serbatoio d'acqua, progettato dal talentuoso architetto Pasquale Poccianti, fu costruito nella prima metà del XIX secolo. Ancora oggi, continua a servire il suo scopo originale di fornire acqua alla città, rendendolo una parte vitale dell'infrastruttura di Livorno e un affascinante sito storico.
La costruzione del Cisternone iniziò nel 1829 e fu completata nel 1842. Il progetto fu intrapreso per immagazzinare e distribuire l'acqua sorgiva di Colognole, situata nel comune di Collesalvetti. Pasquale Poccianti, l'architetto dietro questa grandiosa struttura, affrontò numerose sfide durante la costruzione. Modificò continuamente il design iniziale, portando alla struttura unica e impressionante che vediamo oggi.
Uno degli aspetti più intriganti della costruzione del Cisternone è la sua facciata, completata intorno al 1832. Inizialmente, il design prevedeva una semplice facciata con colonne toscane e una finestra semicircolare centrale. Tuttavia, Poccianti rivoluzionò il design, aggiungendo un portico con otto colonne e una semicupola cassettonata ispirata al Pantheon di Roma. Si ritiene che Giovanni Antonio Antolini, famoso per il design del Foro Bonaparte a Milano, possa aver influenzato questo aspetto del progetto. La vasta corrispondenza tra Poccianti e Antolini supporta questa teoria.
Entro il 1833, la struttura della cupola era completata e il Cisternone ospitò celebrazioni per il matrimonio del Granduca Leopoldo II e della Principessa Maria Antonia. Tuttavia, i tocchi finali e le installazioni tecniche continuarono fino al 1842, quando il Cisternone iniziò ufficialmente la sua operazione.
Il Cisternone è essenzialmente composto da due parti principali: l'avant-corps e la cisterna stessa. L'avant-corps presenta la facciata principale, affiancata da diverse stanze laterali e dall'appartamento dei custodi. La facciata è caratterizzata da un portico toscano, delimitato da due volumi con poche finestre. Il piano superiore del portico si apre su una grande terrazza, offrendo una vista sulla semicupola con la sua caratteristica decorazione cassettonata, aggiunta nel 1837.
La cisterna, ancora in uso oggi, è un impressionante spazio interno diviso in cinque navate in larghezza e sette in lunghezza da numerosi pilastri toscani che sostengono volte emisferiche. Originariamente, l'acqua di Colognole entrava attraverso la parte posteriore della cisterna, dove veniva filtrata utilizzando strati di ghiaia e carbone. Tuttavia, con l'introduzione del cloro per il trattamento dell'acqua, il sistema di filtrazione fu rimosso, permettendo all'intero serbatoio di essere utilizzato come riserva con una capacità di circa diecimila metri cubi.
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TourIl Cisternone è una delle strutture neoclassiche più importanti d'Italia e rappresenta il culmine delle realizzazioni architettoniche di Pasquale Poccianti. È stato descritto come il tentativo più riuscito in Italia, se non in tutta Europa, di realizzare i sogni dei visionari francesi. I critici hanno notato le strette somiglianze tra il Cisternone e le opere di Étienne-Louis Boullée e Claude-Nicolas Ledoux, rinomati per i loro progetti utopici caratterizzati da forme semplici e ben definite.
La semicupola, che ricorda una grande conchiglia, enfatizza lo scopo dell'edificio e trasmette una forte potenza comunicativa, simile al design di Ledoux per la casa dei guardiani del fiume. L'influenza dell'architettura romana antica è evidente, non solo nella decorazione cassettonata della semicupola ma anche nelle grandi finestre a lunetta semicircolare, tipiche delle antiche strutture termali.
Urbanisticamente, il Cisternone è significativo poiché segnava la presenza dell'autorità granducale nei sobborghi in rapida espansione fuori dal centro storico. Poccianti immaginò un grande viale alberato (ora Viale Carducci) che conducesse i visitatori dalle sorgenti di Colognole al Cisternone, con un grande parco pubblico creato nelle vicinanze.
Il Cisternone ha lasciato il segno anche nel mondo del cinema. Nel 1962, apparve brevemente nel film di Vittorio De Sica I sequestrati di Altona, dove la sua facciata fu adornata con ritratti di Hitler per rappresentare un teatro nella Germania nazista. Più recentemente, il Cisternone è stato protagonista nel film di Lino Capolicchio Il diario di Matilde Manzoni, insieme ad altre location dell'acquedotto.
Visitare il Cisternone è un viaggio attraverso la storia, l'architettura e lo sviluppo urbano. Si erge come un orgoglioso simbolo del passato di Livorno e un testamento dell'ingegnosità di Pasquale Poccianti. Che tu sia un appassionato di architettura, un amante della storia o semplicemente un viaggiatore curioso, il Cisternone offre un'esperienza unica e arricchente.
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