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Forte spagnolo

Forte spagnolo L'Aquila

Forte spagnolo

Situato nel cuore di L'Aquila, in Italia, il Forte Spagnolo, conosciuto anche come Forte spagnolo, rappresenta un simbolo della ricca storia e dell'abilità architettonica della città. Questa imponente fortezza, costruita durante la dominazione spagnola all'inizio del XVI secolo, non è mai stata utilizzata per scopi militari. Ha invece svolto diversi ruoli nel corso dei secoli, da residenza del governatore a caserma per soldati francesi e nazisti. Oggi ospita il Museo Nazionale d'Abruzzo, il museo più importante della regione, e funge da centro culturale per mostre, conferenze e altro ancora.

La Dominazione Spagnola

Nel 1503, gli spagnoli conquistarono il Regno di Napoli, nominando un viceré e occupando tutte le posizioni chiave di potere. La nomina del Conte Ludovico Franchi a Signore della Città segnò la fine dell'autonomia di L'Aquila, portando al suo declino. Nel tentativo di recuperare le libertà e i privilegi perduti, gli aquilani si allearono con la lega anti-spagnola guidata dai francesi, aprendo le porte della città ai francesi nel 1527. Tuttavia, i francesi furono sconfitti nel 1529 e L'Aquila fu occupata da Filiberto d'Orange, viceré e luogotenente del Regno di Napoli. La città fu saccheggiata e costretta a pagare una pesante tassa alle casse spagnole. Inoltre, la città fu separata dal suo territorio circostante, che fu diviso in feudi e assegnato ai capitani dell'esercito imperiale, infliggendo un duro colpo alla sua economia.

La Castellina

Nello stesso anno, Filiberto d'Orange individuò il punto più alto delle mura cittadine nell'angolo nord-est, dove il re Ladislao I aveva costruito una fortezza nel 1401, e iniziò la costruzione di una piccola fortezza nota come La Castellina. Costruita per tenere sotto controllo i cittadini con una grande guarnigione, La Castellina simboleggiava non solo l'oppressione politica e militare, ma anche la sottomissione economica e sociale. Completata nel 1530, era una struttura modesta ma massiccia con bastioni che ospitava un castellano e una guarnigione dell'esercito imperiale. Tuttavia, sarebbe stata presto sostituita da una fortezza molto più grande.

La Costruzione del Forte Spagnolo

Nel 1532, il nuovo viceré del Regno di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, decise di potenziare le fortificazioni esistenti, rendendole più potenti e moderne per resistere alle tecniche d'assedio e alle armi da fuoco in evoluzione. I più famosi architetti militari dell'epoca, principalmente spagnoli, furono chiamati a partecipare a questo immenso progetto difensivo. La ribellione del 1527 a favore dei francesi fornì agli spagnoli il pretesto per imporre i costi di costruzione del nuovo castello interamente sulla città, richiedendo un pagamento annuale di 100.000 ducati. Nel 1534, l'architetto e capitano dell'esercito di Carlo V, Pedro Luis Escrivà (Escribàs) di Valencia, fu incaricato di progettare il progetto.

La costruzione richiese un'area vasta, portando alla distruzione di un intero quartiere. Anche le campane della città, inclusa la Grande Campana della Giustizia sulla Torre Civica, furono fuse per creare i giganteschi cannoni della fortezza. Il viceré intendeva che il Forte servisse a due scopi: come baluardo difensivo sul confine più settentrionale del regno di Carlo V e come punto di controllo per il traffico di lana lungo la rotta Napoli-Firenze.

Declino e Usanze Successive

La costruzione progredì rapidamente fino al 1549, poi rallentò fino al 1567, quando le mutate condizioni politiche e la rimozione del peso della costruzione dalla città fermarono i lavori del tutto, nonostante fossero stati completati solo le funzioni militari della struttura. Escrivà lasciò la supervisione diretta dei lavori nel 1537 per trasferirsi a Napoli, dove fu incaricato di ricostruire Castel Sant'Elmo. Fu sostituito da Gian Girolamo Escrivà, probabilmente un parente, che diresse i lavori fino al 1541.

Il Forte, mai completato, non fu mai usato dagli spagnoli in azioni militari significative, poiché l'attenzione dell'Impero spagnolo si spostò dal Mediterraneo all'Europa settentrionale e al Sud America nella seconda metà del XVI secolo. Fu inizialmente utilizzato come residenza dal governatore spagnolo e successivamente come alloggiamento per le truppe francesi dopo la loro invasione. Subì danni significativi durante la Seconda Guerra Mondiale quando fu utilizzato dalle forze di occupazione tedesche come centro di comando e prigione.

Restauro e il Museo Nazionale d'Abruzzo

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Forte fu risparmiato dalla trasformazione in prigione e fu trasferito dal Ministero della Difesa al Ministero della Pubblica Istruzione. Dopo il restauro nel 1951 da parte della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d'Abruzzo e Molise, divenne sede del Museo Nazionale d'Abruzzo e di altre istituzioni, tra cui l'Osservatorio Aquilano, l'Istituto Nazionale di Geofisica e la Società dei Concerti Aquilani. Diventò anche la sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici dell'Abruzzo (B.A.A.A.S.), affermandosi come nuovo centro sociale e culturale della città.

Il Forte ospita ora un importante auditorium, una sala conferenze e spazi per mostre e conferenze. Ha subito danni significativi dal terremoto dell'Aquila del 2009, in particolare al ponte sul fossato e ai piani superiori.

Caratteristiche Architettoniche

La maestosa fortezza, costruita seguendo le tecniche di fortificazione più avanzate dell'epoca, ha una pianta quadrata con massicci bastioni in ciascuno dei quattro angoli, ciascuno orientato verso i punti cardinali. Il Forte Spagnolo condivide molte somiglianze con i castelli di Barletta e Copertino, anch'essi costruiti durante il regno di Carlo V e presumibilmente commissionati dallo stesso viceré di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo, anche se non da Escrivà ma dall'architetto copertinese Evangelista Menga.

Il Forte è circondato da un profondo e largo fossato, che non fu mai riempito d'acqua, ed è accessibile tramite un ponte in muratura, un tempo interamente in legno parzialmente retrattile, distrutto nel 1883 e sostituito dall'attuale ponte in pietra. Il portale d'ingresso, con lo stemma di Carlo V, è un capolavoro a sé stante. La struttura è circondata da un grande parco boscoso, il Parco del Castello, un vero polmone verde per la città.

Il Portale

Il maestoso portale bianco, affiancato da pilastri dorici e sormontato da una preziosa cornice con l'aquila bicipite, emblema della Casa d'Austria, è considerato un capolavoro assoluto nel suo genere. Per commemorare gli eventi che portarono alla costruzione del Forte e per scoraggiare future ribellioni, reca un'iscrizione in alto.

Il design del portale è probabilmente attribuito a Escrivà, che replicò le sue caratteristiche nel portale che creò a Castel Sant'Elmo a Napoli, sebbene in modo più modesto. La costruzione, tuttavia, fu eseguita dagli scultori aquilani Salvato Salvati e Pietro Di Stefano, allievo di Salvato Romano, indicando una vibrante tradizione locale nella scultura stabilita da Silvestro dell'Aquila e dal suo circolo.

I Bastioni

I quattro bastioni, elemento fondamentale nel design strutturale dell

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