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Chiesa di San Domenico Maggiore

Chiesa di San Domenico Maggiore Taranto

Chiesa di San Domenico Maggiore

San Domenico Maggiore, conosciuta localmente come Chiesa di San Domenico Maggiore, è un affascinante mix di architettura romanica e gotica situata nel cuore del centro storico di Taranto. Questa chiesa storica, completata intorno al 1360, rappresenta un simbolo della ricca storia che ha plasmato questa città italiana nel corso dei secoli.

La Storia di San Domenico Maggiore

Costruita originariamente sui resti di un tempio greco dell'epoca classica, il sito divenne successivamente sede di un'abbazia benedettina nell'XI secolo. Nel XIV secolo, i Domenicani presero possesso del luogo e la chiesa fu infine completata, conservando il nome di San Pietro Imperiale. Un'iscrizione in latino sul portale d'ingresso, con lo stemma, segna il suo completamento, un omaggio alla famiglia Taurisano i cui membri furono sepolti nella cattedrale.

Nel corso della sua storia, San Domenico Maggiore è stata un punto focale per la vita religiosa e comunitaria. I Domenicani si stabilirono qui all'inizio del 1300, e nei secoli XVI e XVII si formarono diverse confraternite, ognuna delle quali contribuì con i propri altari alla chiesa. Tra queste, l'Arciconfraternita Reale di Maria Santissima del Rosario, la Confraternita del Santissimo Nome di Gesù e la Confraternita di San Domenico a Soriano.

Esplorando San Domenico Maggiore

Avvicinandosi alla chiesa, si viene accolti da una maestosa scalinata barocca, aggiunta alla fine del XVIII secolo. Questo imponente ingresso invita i visitatori a salire ed esplorare il ricco patrimonio architettonico e spirituale all'interno. La facciata, con il suo intricato rosone, è una splendida introduzione ai tesori che si trovano all'interno.

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Tour

Le Cappelle della Navata Sinistra

La navata sinistra ospita una serie di cappelle, ognuna con il suo fascino unico. La prima cappella, dedicata alla Madonna del Rosario, presenta un dipinto della Vergine circondata dalle rappresentazioni dei quindici misteri del Rosario. Quest'opera, attribuita alla scuola di Francesco Solimena, è completata da un altare in marmo realizzato dai fratelli Ghetti.

La seconda cappella onora San Vincenzo Ferrer con un grande e suggestivo dipinto del santo. La terza cappella, appartenente alla Confraternita del Santissimo Nome di Gesù, ospita un altare in legno barocco adornato con figure demoniache che simboleggiano il trionfo sul male. Qui si trova la statua del Bambino Gesù, un punto focale delle processioni dell'Epifania.

L'ultima cappella è dedicata alla Madonna Addolorata, con un altare barocco di Ambrogio Martinelli e una statua della Vergine del tardo XVII secolo, venerata durante la Settimana Santa e nelle festività di settembre.

L'Abside e il Soffitto

L'abside è il luogo di riposo del domenicano Tommaso de Sarria, arcivescovo di Taranto. Sopra, il soffitto in legno, un tempo adornato con dipinti del trionfo di San Domenico, crollò nel 1964, lasciando una più semplice struttura a capriate in legno.

Il Convento e l'Archeologia

Il convento adiacente, costruito nel XIV secolo, ha avuto vari usi nel corso degli anni, incluse funzioni militari nel XIX secolo. Il suo chiostro, con caratteristiche del XVIII secolo, offre uno spazio sereno per la riflessione, adornato con affreschi religiosi.

Gli scavi archeologici hanno rivelato strati di storia sotto la chiesa, da insediamenti neolitici a influenze micenee. Il sito era una vivace colonia spartana, e i resti di un tempio greco raccontano ancora storie di antichi rituali.

Frammenti del Passato

La storia romana è anche incisa nel tessuto di San Domenico Maggiore, con frammenti di iscrizioni incastonati nella facciata della chiesa. Questi resti di Cormus e Gneo Pompeo offrono scorci sull'era romana, intrecciati nella ricostruzione medievale della chiesa.

San Domenico Maggiore è più di una semplice chiesa; è una cronaca vivente del viaggio culturale e spirituale di Taranto. Ogni pietra, ogni cappella e ogni opera d'arte racconta una storia di devozione, resilienza e trasformazione. Mentre si cammina attraverso le sue sale, non si sta solo assistendo alla storia; si diventa parte di essa, avvolti nella bellezza senza tempo di questo magnifico tesoro italiano.

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