La Cattedrale di San Giuliano, conosciuta in italiano come Cattedrale di San Giuliano, è il principale luogo di culto cattolico a Caltagirone, in Sicilia. Questa magnifica struttura, elevata al rango di basilica minore da Papa Pio XII nel 1948, rappresenta la ricca storia e l'evoluzione architettonica della regione. L'elevazione a basilica è stata celebrata con una solenne cerimonia pontificale dal Vescovo Pietro Capizzi il 27 gennaio 1949, durante la festa liturgica di San Giuliano.
Le origini della Cattedrale di San Giuliano risalgono all'epoca normanno-aragonese. La tradizione vuole che la chiesa originale sia stata costruita nel periodo normanno, con una sola navata decorata con stucchi arabo-normanni e un'abside orientata a est. Il tempio è datato al 1282, durante l'apice dell'età aragonese, grazie a un'iscrizione sull'architrave d'ingresso che menzionava l'architetto Magister Gofredus. Questa data segna probabilmente una delle prime ricostruzioni documentate della chiesa. Ricostruzioni successive si sono verificate dopo i terremoti nella Val di Noto nel 1542 e nel 1693.
La chiesa fu parzialmente distrutta dal terremoto del 30 novembre e 10 dicembre 1542. Fu prontamente restaurata, eccetto per la sommità del campanile, che rimase dimezzata. Nel 1575, il Consiglio dei Giurati installò un orologio sulla torre. Il 23 aprile 1582, i giurati decisero di costruire un nuovo tempio, più grande e più bello, sullo stesso sito, con la facciata rivolta a est. La responsabilità fu affidata all'architetto Francesco Zagarella di Ragusa, assistito dall'architetto gesuita laico Giacomo Firini di Messina. I lavori iniziarono nel 1598 ma si protrassero al punto che fu commissionato un nuovo progetto all'architetto Simone Gullì nel 1627.
La nuova chiesa, costruita con una pianta a croce latina e tre navate, non resistette al catastrofico terremoto del 9 e 11 gennaio 1693, che devastò tutta la Sicilia orientale. L'antico campanile crollò, le volte del soffitto si sbriciolarono e la cupola stessa fu distrutta.
La ricostruzione nello stile toscano attuale fu affidata all'architetto Simone Mancuso di Agrigento, assistito dal costruttore e intagliatore palermitano Giuseppe Montes. L'antica chiesa normanna, che l'architetto Gullì aveva conservato all'interno, fu eliminata. Nuove colonne di pietra bianca, più alte, furono utilizzate per sostenere le volte e la grande cupola. La nuova ed elegante facciata fu costruita dalle fondamenta, con un campanile sovrapposto con una trifora, completato nel 1756. Il pavimento fu pavimentato con piastrelle di maiolica bianca.
Nella seconda metà del XVIII secolo, due artistici portali in pietra disegnati dall'architetto Natale Bonaiuto di Siracusa adornarono le pareti esterne. Nel 1773, come notato da un'epigrafe su una delle porte minori della facciata, il comune sostituì l'orologio, che era stato posto sulla porta centrale, con uno più preciso finanziato dal tesoro pubblico a beneficio dei cittadini.
Nei primi decenni del XIX secolo, sotto la direzione del primo vescovo, Monsignor Gaetano Trigona e Parisi, gli interni furono stilisticamente rivoluzionati. Tutte le colonne in stile toscano furono incorporate in massicci pilastri in stile corinzio. L'architetto palermitano Emanuele Di Bartolo, insieme agli stuccatori Gaetano Signorelli di Siracusa e Agostino Perez di Palermo, e al pittore e scultore Giuseppe Vaccaro, fu incaricato di progettare tutte le decorazioni in stucco e i dipinti.
Sotto Monsignor Benedetto Denti, furono realizzati il rivestimento in marmo dell'altare della Madonna della Mercede, il pavimento in marmo bianco e la costruzione di un piccolo trono episcopale in legno.
Il 12 settembre 1816, Papa Pio VII, con la bolla papale Romanus Pontifex, istituì la Diocesi di Caltagirone ed elevò la Chiesa di San Giuliano a cattedrale. Contemporaneamente, la Collegiata di San Giacomo Maggiore fu insignita del titolo di basilica minore. La facciata fu progettata dall'architetto Saverio Fragapane tra il 1908 e il 1913.
La pianta basilicale della cattedrale è divisa in tre navate da pilastri. Il soffitto della navata centrale presenta una serie di dipinti di Giuseppe Vaccaro, raffiguranti episodi dell'Antico e Nuovo Testamento, tra cui il Sacrificio di Abele, l'Arca di Noè e l'Istituzione dell'Eucaristia, ispirati all'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Il braccio destro del transetto illustra la Distruzione del Tempio di Gerusalemme, mentre il braccio sinistro mostra la Consegna delle Chiavi all'Apostolo Pietro. La volta del presbiterio raffigura il momento fondante del nuovo culto: l'Istituzione dell'Eucaristia.
L'arco trionfale, adornato con una tenda drappeggiata, culmina in un pregevole lavoro in stucco rappresentante la figura allegorica della Religione Cristiana, coronata con il triregno e tenendo una pisside e una croce, accompagnata da due putti.
La cattedrale ospita diverse opere notevoli dei fratelli Vaccaro, tra cui il dipinto ad olio del 1855 Patronato di San Giacomo e la rappresentazione del 1859 di Gesù tra i Dottori. Altre opere significative includono i dipinti di Francesco Vaccaro del XIX secolo di San Gaetano che distribuisce elemosine, Santa Filomena e Maria Maddalena, nonché il presepe in terracotta di Giuseppe Vaccaro ispirato al Barocco siciliano e la scultura lignea a grandezza naturale Cristo Morto del 1850, usata nella processione del Venerdì Santo.
Tra i tesori della cattedrale vi sono un Crocifisso ligneo nero del XVI secolo attribuito all'artista messinese Giovannello de' Matinati, una Madonna della Mercede in marmo del XVI secolo della scuola dei Gagini, un'urna reliquiaria del XVII secolo con un simulacro della Beata Lucia di Caltagirone e una Madonna in bronzo del 1950 di Ugo Tarchi. Notevoli sono anche la Via Crucis in ceramica monocroma del 1960 del ceramista calatino Gaetano Angelico e il dipinto ad olio del 1936 di San Carlo Borromeo in preghiera di Giuseppe Barone, commissionato dal Vescovo Giovanni Bargiggia.
La Cattedrale di San Giuliano è più di un semplice luogo di culto; è un museo vivente di arte, storia e fede. Le sue pareti e volte riecheggiano le storie dei secoli passati, rendendola una destinazione imperdibile per chiunque visiti Caltagirone.
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